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Un Berlusconi tra i nomi di Anemone Ghedini: piccoli lavori di manutenzione

Ghedini, il difensore del Premier

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"Come sempre vengono pubblicate notizie, coperte da segreto di indagine e senza alcun riscontro al solo scopo di diffamare il Presidente Berlusconi". Niccolò Ghedini, parlamentare del Pdl e legale del premier, commenta così la divulgazione della cosiddetta seconda listra Anemone, circa cento nomi contenuti nei fascicoli dell'inchiesta della procura di Perugia sui Grandi eventi.  È "del tutto infondata" la notizia che vedrebbe Silvio Berlusconi nella nuova lista riscontrata dagli inquirenti a nome dell'imprenditore Diego Anemone - spiega Ghedini -  La asseritamente nuova lista dei lavori eseguiti dalla ditta Anemone per quanto riguarda il Presidente Berlusconi non rappresenta alcun elemento di novità. Come già documentalmente comprovato per la precedente lista - spiega - si tratta di alcuni modesti lavori di manutenzione eseguiti dalla ditta Anemone, una delle società più apprezzate nel settore edile. E' quindi evidente che in questa lista non vi è altro se non la riproposizione dei lavori che nella prima erano indicati con la dicitura Palazzo Grazioli. Tali lavori erano stati ordinati da Forza Italia quale adeguamento di alcuni locali utilizzati a Palazzo Grazioli dal partito. Il prezzo dei lavori è stato regolarmente fatturato e regolarmente pagato - conclude l'avvocato di Berlusconi - Era quindi sufficiente un modesto approfondimento per evitare di lanciare sulle prime pagine dei giornali una notizia del tutto infondata". CENTO NOMI NEL MIRINO - La presunta nuova lista rigurderebbe ristrutturazioni nelle abitazioni e negli uffici di clienti potenti e operazioni bancarie sospette. Dopo una recente segnalazione di Bankitalia, diversi quotidiani pubblicano oggi l'elenco emerso grazie alle indagini della Guardia di Finanza, dal computer di Stefano Gazzani, il commercialista di fiducia di Diego Anemone. Tra i nomi, quello di Pasquale De Lise, all'epoca dei fatti presidente del Tar del Lazio e oggi alla guida del Consiglio di Stato, al quale sarebbero stati versati 250 mila euro da un famoso avvocato. Il giudice replica al Messaggero: "Cado dalle nuvole, ma quell'anno comprai una casa e ne vendetti un'altra".  La maggior parte dei nomi era contenuta già nella cosiddetta prima lista Anemone ma c'è anche un Berlusconi, senza altri riferimenti e specifiche, e i quotidiani sottolineano come si stia cercando di stabilire se si tratti di Paolo, il fratello del premier che attraverso una delle sue aziende si occupò dei lavori alla Maddalena in vista del vertice del G8. Inoltre, si legge ancora, in vista del verdetto della Corte di cassazione sulla competenza dei pm umbri, gli investigatori hanno acquisito nuovi elementi relativi al filone d'indagine che riguarda l'ex procuratore Achille Toro e a quello sull'ex ministro Claudio Scajola.  

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