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"Quella casa spetta ad An Ve la racconto io la storia"

Gianfranco Fini

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"Quell'eredità venne lasciata ad An, non a Fini". Filippo Zanghi scandisce le parole una per una. Parla con voce ferma e ricorda gli ultimi anni della contessa Anna Maria Colleoni, che conosceva molto bene. Come la conobbe? "Ero medico di Castel Giorgio, un paese in provincia di Terni".  Il paese d'origine della contessa. "Esatto. In quel periodo, nella seconda metà degli anni Novanta, ero anche il presidente del circolo di An di Castel Giorgio".  Ebbe occasione di frequentare la contessa? "Quando tornava a Castel Giorgio, si sfogava. Si aggiornava sulla situazione politica che seguiva con estrema attenzione. Era una grande simpatizzante del Movimento sociale italiano e, poi, di Allenza nazionale".  Come nacque l'idea di lasciare tutto in eredità ad An? "Dunque, andiamo con ordine. La contessa sapeva che i partiti, in particolare in quel periodo, versavano in pessime condizioni economiche. Anche An era nelle stesse condizioni. Ci chiese quale fosse la situazione finanziaria di An e le spiegammo che, come per gli altri, era grave".  E quindi? "Quindi ci disse che aveva intenzione di lasciare ad An i beni migliori del suo patrimonio. La casa a Montecarlo, che considerava un gioiello, e le proprietà di Monterotondo". Gli amministratori di An sostengono che la casa di Montecarlo fosse in pessime condizioni. "Non lo so, non l'ho vista. Non sono in grado di valutare. Quello che posso dire è che la contessa disse chiaramente che donava al partito le cose più belle che aveva. E ripeto: al partito".  La contessa conosceva Fini? "Non ho notizia di un loro incontro. Posso solo dire quello che so per conoscenza diretta".  Per quello che sa, allora, quali erano i rapporti tra la signora Colleoni e Fini? "Quando la signora mi disse che aveva intenzione di lasciare tutto ad An, pensai che fosse giusto informare il partito a Roma. Chiesi un appuntamento a Fini, ma non lo ottenni. Andai dal suo capo segreteria a via della Scrofa". Donato Lamorte? "Sì, venni ricevuto da lui. Spiegai la situazione, ma in generale i vertici del partito non prestarono grande attenzione. Comunque, la contessa Colleoni non mi ha mai detto di aver incontrato Fini. Non ne ho memoria". Poi ci fu il testamento? "Ecco, dell'atto in quanto tale non so nulla. Con me, o in mia presenza, si è parlato solo della volontà di lasciare beni ad An perché potesse continuare la battaglia e portare avanti le sue idee". Ora ci vive il cognato di Fini. Che cosa ne pensa? "Non sono in grado di fare una valutazione, non conosco la vicenda, non ho letto le carte. Ho però la sensazione che non sia la realizzazione esatta della volontà della signora Colleoni".  Sia meno diplomatico. La nobildonna si starà rivoltando nella tomba? "Penso di sì. E me ne dispiace perché è stata una gran donna e ho avuto modo di conoscerla bene e da vicino". Parliamo di un'altra donna. Conosce Elisabetta Tulliani, la compagna di Fini? "Guardi, ironia della sorte ho conosciuto anche lei. Quando frequentava il signor Gaucci, decisero di comprare assieme una proprietà poco distante da Castel Giorgio, a Torre Alfinita". Va bene, che giudizio si è fatto della Tulliani? "Una bellissima donna".  Anche Gaucci reclama proprietà che dice di aver ceduto alla Tulliani. "La signora Elisabetta però ha detto di averle acquistate grazie a una vincita all'Enalotto. Dunque, oltre a essere una bella donna è indubbiamente anche fortunata".

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