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Tesoro di casa An, finiani commissariati

Gianfranco Fini con la compagna Elisabetta Tulliani

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Possono pagare le bollette, quello sì. E possono chiamare l'idraulico, ma solo se si rompe un tubo. E soprattutto hanno facoltà di pagare stipendi e spettanze varie. Punto. I componenti del comitato di gestione di An, a maggioranza finiana, non potranno fare altro: presieduto dal senatore Franco Pontone, uomo di Fini, ne fanno parte Rita Marino, assistente personale del presidente della Camera, e da Catanzaro, uomo di La Russa.   Il comitato di indirizzo, che invece è dominato dai filo-berlusconiani (è presieduto da Donato Lamorte, e ci sono i larussiani Caruso, Valentino, Gamba e Petri, gli alemanniani Leo e Biava e i soli due finiani Raisi e Digilio) nella riunione di ieri ha approvato una delibera che di fatto limita al minimo lo spazio di manovra dei finiani sul patrimonio di An, in particolare sui 77 milioni di patrimonio netto la cui gran parte è su conti correnti in varie banche e anche sul patrimonio immobiliare che invece è gestito da due società esterne. La delibera autorizza infatti i pagamenti degli stipendi di una ventina di persone. Sono vecchi dipendenti o coloro che sono stati «ceduti in prestito» al Pdl. Consente il pagamento delle utenze come luce, acqua, gas e telefoni. Dà via libera al pagamento di piccole manutenzioni, se, ovviamente, in via della Scrofa dovessero verificarsi rotture o altro. Infine sarà permesso il versamento dei soldi per sostenere le spese di alcune sedi ancora in fitto, dovrebbero essere due o tre ancora in vita. Stop. Se fossero stati anche rimossi i componenti del comitato di gestione si potrebbe parlare a tutti gli effetti di un commissariamento di fatto di tutta Alleanza nazionale. Nei fatti lo è anche se più correttamente si può parlare di una forte limitazione dei poteri. Naturalmente nella riunione si è parlato della casa di Montecarlo. L'appartamento lasciato in eredità dalla contessa Colleoni e finito a una società off shore: ora ci abita Giancarlo Tulliani, fratello della compagna di Fini, Elisabetta. I finiani hanno sostenuto che la vendita dell'appartamento è avvenuta nel 2007 ed iscritta a bilancio l'anno successivo, «quando il reggente del partito era Ignazio La Russa». I berlusconiani al contrario hanno spiegato che comunque hanno intenzione di saperne di più e hanno chiesto un preciso rendiconto. Altro capitolo infine è quello dei fondi al Secolo. I filo-berlusconiani vogliono una verifica puntuale sui finanziamenti che l'ex partito ha dato al quotidiano. Il tentativo era quello di incaricare una società che faccia la due diligence, in pratica la rendicontazione. Si era pensato a uno studio di specialisti internazionali ma i finiani hanno chiesto almeno di verificare e mettere a confronto più preventivi. Se ne parlerà a settembre. Lo scontro comunque è soltanto all'inizio. Quella che è stata siglata è una tregua per passare l'estate. Gli uomini di Fini possono considerarsi soddisfatti perché almeno non si è aperto il processo sulla loro gestione di An. I berlusconiani a loro modo tirano il fiato perché temevano che quei fondi potessero essere utilizzati per costituire un nuovo partito (ma presto si riparlerà delle voci del bilancio che destano sospetti: i 200mila euro per i telefoni, i 20mila per gli olii delle auto e via discorrendo). E di fatto si andrà in quella direzione. L'altra sera Fini in persona ha dato mandato a Roberto Menia di coordinare tutte le iniziative finora messe in piedi. Di fatto significa far confluire Generazione Italia, Area nazionale, Spazio aperto in un'unica formazione politica che si trasformerà poi in un vero e proprio partito. Il nome provvisorio è quello dei gruppi parlamentari, Futuro e Libertà per l'Italia. Una sigla che si richiama al libro di Fini, «Il futuro delle libertà», e proprio per questo ha un carattere provvisorio. Infine un ruolo è stato trovato anche per Adolfo Urso, visto che nel riassetto interno non aveva ancora avuto un incarico nella nuova formazione politica: sarà coordinatore delle iniziative politico-culturali, anche in virtù del fatto che è segretario generale della fondazione Farefuturo. Il mondo finiano è ancora tutto in fermento e per ora si è scelto di guidare questa fase con il vecchio metodo di An. Ci sono due correnti? Un capogruppo per componente e tutti felici e contenti. Almeno per il momento perché intanto si era contestato il procedere in casa Pdl e alla fine sono stati imposti i due capigruppo.

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