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Caliendo: è nato il fronte dei moderati Finiani, Udc, Api ed Mpa si astengono

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Il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo

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Il neonato gruppo dei finiani Futuro e Libertà, l'Udc, l'Api e la Mpa si asterranno in aula alla Camera domani sul voto di sfiducia al sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo indagato nell'ambito dell'inchiesta sulla cosiddetta P3. E' quanto è emerso dalla riunione tra le delegazioni dei quattro gruppi durata circa un'ora a Montecitorio. La decisione dell'astensione prima di essere ufficiale tuttavia dovrà essere discussa all'interno dei singoli gruppi che si riuniranno oggi. LEALI AL MANDATO DEGLI ELETTORI - "Nel sistema bipolare non esiste il terzo polo. Sarebbe come giocare a tennis seduti sulla rete...". Cosi' il finiano Italo Bocchino, al termine della riunione a Montecitorio con esponenti dell'Udc, Mpa e Api, risponde ai giornalisti che gli chiedono se oggi nasca di fatto il terzo polo. Quindi, lealtà al governo Berlusconi da parte del gruppo Futuro e liberta'? "Lealtà al mandato ricevuto dagli elettori", è la replica di Bocchino. L'esponente finiano conferma che il gruppo Fli è orientato a convergere sulla posizione comune con il gruppo centrista, quello di Rutelli e di Lombardo, per l'astensione domani a Montecitorio sulla mozione di sfiducia nei confronti del sottosegretario Giacomo Caliendo.  CALIENDO "Vado avanti, continuo il mio lavoro". Giacomo Caliendo non si scompone alla vigilia della mozione di sfiducia in aula a Montecitorio. Il sottosegretario alla Giustizia ricorda di essere "completamente estraneo ai fatti e di aver portato "elementi e testimoni per chiarire la sua posizione. Non c'è nessun caso, mi aspetto dalla Procura una valutazione delle cose che ho riferito". Insomma nessuna intenzione di dimettersi.  Quanto alla mozione di sfiducia nei suoi confronti che sarà votata mercoledì alla Camera, il sottosegretario alla Giustizia, preferisce non addentrarsi in valutazioni politiche, che invece spettano al governo e al presidente del Consiglio. Già al lavoro di prima mattina, spiega Caliendo ai giornalisti, "mi aspetto che ci sarà una valutazione corretta da parte della magistratura di quanto ho riferito. Ho portato tutti gli elementi che dimostrano la mia completa estraneità ai fatti". E a chi gli chiede un commento sulla probabile astensione mercoledì dei finiani, il sottosegretario ribadisce: "Sono valutazioni politiche, e io non ne faccio. Continuo il mio lavoro e rispondo alla mia coscienza". Ma nella stessa maggioranza che lo sostiene, gli fanno notare i giornalisti, c'è chi continua a porre una quastione etica circa la necessità di dimettersi: "Se avessi fatto qualcosa, anche solo in termini di scorrettezza, farei le mie valutazioni, ma non avendo fatto nulla....", risponde Caliendo, che aggiunge: "Ognuno è libero di scegliere ciò che vuole. Una valutazione politica spetta al governo e al presidente del Consiglio, e se il governo è contrario alle dimissioni, vuol dire che una valutazione politica e' stata fatta". Insomma, Caliendo invita a chiedersi "perché il quotidiano Repubblica ha pubblicato dei falsi verbali: probabilmente c'è tutta una strumentalizzazione politica dietro...".

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