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Napolitano, monito sulla P3: no scontro tra politica e toghe

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Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

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Il capo dello Stato Giorgio Napolitano lancia un monito affinchè il sistema giustizia e la magistratura riacquistino "prestigio e consenso tra i cittadini", sottolineando la necessità di "rigorose regole deontologiche per i magistrati e per gli stessi membri del Consiglio". Il presidente della Repubblica parla al Quirinale durante la cerimonia di saluto dei nuovi membri laici del Csm e torna inoltre a stigmatizzare "fenomeni di corruzione e di trame inquietanti che allarmano, apparendo tra l'altro egati all'operare di squallide consorterie Il Csm deve contrastare decisamente oscure collusioni di potere ed egualmente esposizioni e strumentalizzazioni mediatiche a fini politici di parte o a scopo di autopromozione personale". RIGOROSE REGOLE DEONTOLOGICHE PER TOGHE - "Nessuno è più di me consapevole dell'importanza decisiva, per aprire nuove prospettive al sostema giustizia e alla magistratura, tali da riguadagnare prestigio e consenso tra i cittadini, dell'affermazione e del consolidamento di rigorose regole deontologiche per i magistrati e per gli stessi componenti del Consiglio - ha sottolineato Napolitano -. A ciò si potrà dedicare con la necessaria ponderazione il nuovo Csm anche alla luce di vicende recenti, di ampia risonanza nell'opinione pubblica, e di indagini giudiziarie in corso, di fenomeni di corruzione e di trame inquinanti che turbano e allarmano, apparendo essi, tra l'altro, legati all'operare, come ho di recente detto, di squallide consorterie, delle quali tuttavia spetterà alla magistratura accertare l'effettiva fisionomia e rilevanza penale". ALZARE LA GUARDIA CONTRO «MISSIONI FUORIVIANTI» - I magistrati non debbono dunque attribuirsi "missioni fuorvianti anche al fine di preservare riservatezza e garanzia della sua terzietà ha aggiunto citando la lezione di Adolfo Beria d'Argentine sulla presa di coscienza, da parte del magistrato, della complessità sociale, sulla necessità che egli sappia conservare la testa fredda nei momenti caldi della società e della politica, sul suo impegno ad amministrare la giustizia senza attribuirsi missioni fuorvianti. Già nella risoluzione adottata dal Csm il 20 gennaio di quest'anno - ha argomentato - si è mostrata consapevolezza della percezione da parte dell'opinione pubblica che alcune scelte consiliari siano in qualche misura condizionate da logiche diverse, che possono talvolta affermarsi, pratiche spartitorie rispondenti ad 'interessi lobbistici, logiche trasversali, rapporti amicali o simpatie e collegamenti politici, dunque bisogna alzare la guardia nei confronti di simili deviazioni e di altre che finiscono per colpire fatalmente quel bene prezioso che è costituito dalla credibilità morale e dall'imparzialità e dalla tezietà del magistrato". NO A STRUMENTALIZZAZIONI MEDIATICHE E AUTOPROMOZIONE - Al nuovo Csm che si è presentato oggi al Quirinale, insieme ai membri uscenti, Napolitano indica quindi una missione molto precisa che ha innanzitutto a che fare con il ruolo del magistrato. Il capo dello Stato invita a "regolare in modo per vari aspetti nuovo e di certo più restrittivo l'impiego del magistrato in funzioni diverse da quelle sue proprie e il suo transitare nell'attività politica così come il rientrarne nella carriera giudiziaria". Il Csm deve poi "contrastare decisamente oscure collusioni di potere ed egualmente esposizioni e strumentalizzazioni mediatiche, a fini politici di parte o a scopo di autopromozione personale. Questi già appaiono riferimenti obbligati per le discussioni e le deliberazioni che potranno avere luogo nel Csm neoeletto". MEMBRI LAICI NON RAPPRESENTINO GRUPPI POLITICI - Quindi un secondo monito per il Consiglio superiore della magistratura: "membri togati e membri laici formano un tutto unitario e gli eletti dal Parlamento non sono rappresentanti di singoli gruppi politici, di maggioranza e di opposizione. Essi sono espressione della rappresentanza e delle funzione politica e democratica affidata al Parlamento in quanto sede della sovranità popolare. Perciò non possono essere considerati un corpo estraneo o separato nel seno di un'istituzione di autogoverno della magistratura che invece non è solo ad essa riferibile. Il Consiglio, quindi, deve operare come un tutto unitario. Quindi un saluto un augurio ai membri uscenti: a chi dopo un quadriennio a Palazzo dei Marescialli tornate all'attività di magistratura o alla vita professionale o pubblica va una parola personale di grato apprezzamento per il clima di profondo rispetto reciproco, di attenzione e di stima, di schietto e aperto confronto che c'è sempre stato fra di noi". PARERI NON SFOCINO IN VAGLIO COSTITUZIONALITÀ - "Quanto ai pareri del Csm non possono sfociare in un improprio vaglio di costituzionalità e non possono interferire nel confronto parlamentare già in atto sui contenuti del provvedimento" ribadisce Napolitano sottolineando, come si tratti "di due limiti da osservare rigorosamente". RIFORME GARANTISCANO EQUILIBRIO ISTITUZIONALE - E infine un passaggio dedicato alle riforme in materia di giustizia. "Vi è stato chiaro - ha sottolineato Napolitano ricordando la sua funzione di presidente del Csm e rivolgendosi ai vecchi consiglieri - come io abbia inteso interpretare questo mio ruolo, come abbia teso ad esprimere la fedeltà convinta e attiva al principio costituzionale dell'autonomia e indipendenza della magistratura con iniziative e posizioni che ponessero l'altissima funzione dell'indagare e del giudicare al riparo da una spirale fatale di recriminazioni e di scontri sul piano politico che perseguissero, in tutti i sensi, un corretto equilibrio istituzionale. Un equilibrio - ha sottolineato il capo dello Stato - di cui dovranno farsi carico anche riforme, in materia di giustizia, che tendessero a rimodularlo. Sugli annunci di tali riforme, così come sulle ipotesi che possono liberamente prospettarsi, non ho nulla da dire. Attendo di conoscere testi di proposte da discutere in Parlamento, per fare quel che mi compete".

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