
P3, Verdini non convince i pm

{{IMG_SX}} GLI INTERROGATORI Le diverse ricostruzioni offerte da Denis Verdini nel corso del suo interrogatorio svoltosi ieri, e durato per oltre 9 ore, non hanno convinto gli inquirenti della Procura di Roma, che lavorano all'indagine sulla cosiddetta P3. Le spiegazioni date dal coordinatore del Pdl sono apparse "generiche" e non capaci di scalfire l'impianto accusatorio a suo carico. La "riflessione" viene registrata all'interno degli uffici di piazzale Clodio, dove si stanno vagliando le posizioni degli indagati e in particolare dei diversi esponenti politici avvicinati dal gruppo che farebbe riferimento a Carboni. IL RUOLO DEL SENATORE SUPERIORE A QUELLO DEL COORDINATORE I magistrati si aspettavano molto dall'interrogatorio che avrebbe potuto rendere oggi il senatore del Pdl, Marcello Dell'Utri. E' vero che Denis Verdini, nella veste di coordinatore del Pdl, è indagato per concorso in corruzione in relazione all'eolico e per violazione della legge Anselmi con riferimento alla cosiddetta P3, ma è anche vero che Dell'Utri, che pure risponde soltanto di quest'ultima ipotesi di reato, occupa "nell'ambito della societa' segreta un ruolo apicale e politicamente superiore rispetto a quello di Verdini". Gli inquirenti, infatti, riconoscono che Dell'Utri costituisce una figura di maggior livello "perchè la sua è una storia che nasce da lontano" e perchè "il senatore resta sempre colui che ha creato il partito".
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