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Faro acceso sui conti di Verdini

Denis Verdini

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Pur di raggiungere i loro scopi erano disposti ad aprire una società dopo l'altra e a far girare assegni da un istituto bancario all'altro. A intestare conti correnti a prestanome e prelevare soldi utili ad «assecondare» chi non era d'accordo con loro. Dalle conversazioni dei personaggi coinvolti nella nuova P2, sulla quale sta indagando la procura di Roma con i carabinieri del Nucleo investigativo, emerge il passaggio di decine e decine di assegni e risultano numerore operazioni bancarie sospette. Nell'informativa del 2 novembre 2009 gli investigatori fanno riferito a un'operazione bancaria con la quale era stata trasferita, da un conto acceso presso una banca dell'Emilia Romagna su un conto intestato alla convivente di Carboni, la somma di un milione di euro. Parte di quella somma risulta utilizzata per l'emissione di alcuni assegni circolari a nome di Giuseppe Tomassetti, collaboratore di Flavio Carboni, nonché procuratore delle società da quest'ultimo create per la realizzazione dell'operazione «pale eoliche», negoziati presso il Credito Cooperativo Fiorentino-Campi Bisenzio, istituto in cui Denis Verdini riveste la carica di presidente del consiglio d'amministrazione. Tre settimane dopo, i carabinieri acquisiscono ulteriore documentazione presso l'Istituto Monte dei Paschi di Siena (istituto presso il quale sono stati emessi i titoli di credito) riguardo la stessa operazione. Tale accertamento aveva permesso di appurare che 16 assegni circolari, per un valore complessivo di 200 mila euro, sarebbero stati incassati-depositati proprio da Tomassetti. La Finanza sta invece indagando su due milioni e 600 mila euro usciti dalla Società Toscana Edizione (Ste) e pagati a Denis Verdini e a Massimo Parisi, coordinatore toscano del Pdl. E per fare chiarezza su questa transazione finanziaria sono stati sentiti anche gli ispettori della Banca d'Italia che a loro volta stanno effettuano verifiche ispettive nei confronti del Credito Cooperativo Fiorentino di cui Verdini è presidente. In questi passaggi di denaro, secondo gli inquirenti, è dunque coinvolto anche Verdini. Nelle informative viene infatti riportata un'intercettazione tra Carboni e Tomassetti del 2 ottobre 2009, giorno successivo a una delle operazione bancaria ritenute sospette dai pm romani: Carboni: «Ho dato cose ...cose tue ...ieri ho dato a Denis capito? ...ti ringrazia ...ti vuole conoscere ...l'onorevo ...». Gli indagati avrebbero inoltre aperto società solo per raggiungere il loro scopo: portare a termine il progetto dell'eolico in Sardegna. L'8 ottobre 2009, infatti, viene intercettato Carboni mentre parla delle società "fantasma": «Si ma è .. sì, sono società create ad hoc eh, sono milanesi! Che hanno anche dei ...gli stiamo facendo i compromessi per ...le cose di Pula ...e di ...insomma diciamo che sono quelli che ha ordinato Verdini eccol ...ma sono create ad hoc per il settore, non hanno una loro anzianità una loro storia, nessuna di queste c'ha storia, sono società create per queste circostanze dal gruppo di amici che tu conosci! Che sai chi sono».  

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