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Alfano, la P3 e i magistrati: "Niente caccia alle streghe"

Roma, Corte Cassazione, il ministro della Giustizia Alfano all'Inaugurazione dell'anno giudiziario

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Con l'inchiesta P3 la «questione morale» ha varcato la soglia dei palazzi del potere giudiziario, ma Angelino Alfano, titolare del ministero della Giustizia vuole fare chiarezza: «Non si può fare di tutta l'erba un fascio e non si può dare la caccia alle streghe». Dopo la decisione del Csm di avviare la procedura di trasferimento per Alfonso Marra, presidente della Corte d'appello di Milano, l'azione disciplianare nei suoi confronti e nei confronti di Arcibaldo Miller, ex capo degli ispettori del ministero della Giustizia, e le proccupazioni di Napolitano, al Guardasigilli spetta l'arduo compito di evitare che l'amministrazione della Giustizia perda di fiducia e di credibilità: «Abbiamo una certezza: che il sistema-giustizia ha dentro di sé tutti gli anticorpi per reagire», ha spiegato intervenendo a Bruxelles dopo il Consiglio Giustizia dell'Ue. Pur non volendo commentare l'inchiesta in corso, (in quanto titolare del ministero della Giustizia), ha ammonito tutti i magistrati coinvolti: «Ciascuno faccia il proprio dovere. Sia dal punto di vista inquirente che dal punto di vista di chi è chiamato a difendersi». Sull'inchiesta che ruota attorno alla «P3», sulle indiscrezioni emerse dai verbali negli ultimi giorni e in risposta alla teoria secondo cui dietro lo pseudonimo «Cesare» (che più volte appare nelle trascrizioni delle telefonate intercettate) ci sarebbe in realtà il presidente del Consiglio, è intervenuto l'avvocato del premier Niccolò Ghedini: «In relazione agli articoli apparsi in questi ultimi giorni ed ancora oggi su alcuni quotidiani, tendenti a far ritenere che vi fosse una consapevolezza da parte del presidente Berlusconi di attività antigiuridiche di terzi, peraltro ancora da comprovare, si deve ribadire come tali prospettazioni siano del tutto inveritiere e contraddette dagli stessi atti processuali».   Il responsabile Giustizia del Pdl non ha dubbi: «Ancora una volta, con la parziale pubblicazione di atti d'indagine, in palese violazione di legge, si tenta di gettare discredito nei confronti del presidente Berlusconi. È evidente che saranno esperite tutte le azioni giudiziarie del caso», ha assicurato.  

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