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Il Pd a Fini: votate i nostri emendamenti

Gianfranco Fini (S) e Dario Franceschini (D)

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«Mi rivolgo a Fini non come presidente della Camera ma come leader politico: chiediamo a Fini e ai finiani di votare questi nostri 7 emendamenti. Ci dica sì o no». Dario Franceschini si rivolge così al cofondatore del Pdl e ai deputati a lui vicini e chiede il sostegno per un pacchetto di emendamenti che, spiega, «corrispondono a temi su ci sono state più pronunce pubbliche dei finiani». Insomma, raccolgono le critiche espresse dai finiani in più occasioni. Si tratta di emendamenti quasi tutti soppressivi o, per dirla con i capogruppo Pd, di «contenimento del danno» e riguardano i due punti più combattuti, ovvero i limiti per le indagini dei magistrati e la libertà di stampa. Intanto si chiede «il ripristino dell'attule disciplina» per quanto riguarda i presupposti per le intercettazioni. Quindi la «proroga delle intercettazioni»: con l'emendamento Pd si torna alla disciplina attualmente in vigore con un rafforzamento dell'onere di motivazione per la proroga in relazione alle effettive esigenze investigative. Ed ancora la competenza del tribunale: si chiede che se ne occupi il Gip mentre nel testo si dà la competenza al tribunale di distretto in composizione collegiale, «è irragionevole e avrà un impatto disastroso sulla giustizia», secondo il Pd. Si passa poi alle sanzioni pecuniarie per gli editori: si chiede di sopprimerle. Un altro emendamento riguarda le riprese visive ed infine c'è la delicata questione delle intercettazioni per gravi reati di criminalità organizzata: «la nostra proposta emendativa è molto semplice» ovvero mantenere l'attuale disciplina che «sin qui ha dato ottimi frutti», si spiega. «È chiaro -aggiunge Franceschini- che il nostro atteggiamento nei confronti del ddl sulle intercettazioni resta critico e negativo, ma nella logica da noi già abbracciata del contenimento del danno, ci siamo detti disponibili a votare gli emendamenti proposti dai finiani al provvedimento. Oggi siamo noi a chiedere a Fini e ai suoi di votare i nostri emendamenti, che coincidono nel merito con posizioni e affermazioni da loro già espressi più volte e in diverse occasioni».

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