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Berlusconi attacca i giornali

Silvio Berlusconi

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Intercettazioni e Manovra. Silvio Berlusconi sceglie un messaggio audio sul sito dei Promotori della Libertà, i suoi "portavoce" sul territorio, per affrontare le due questioni più scottanti per il suo governo. E il Verbo da diffondere è chiaro. Per le registrazioni telefoniche il diritto alla libertà di stampa non è tutto, se esso collide con quello alla privacy. La Manovra invece va difesa anche perché ora arriveranno i provvedimenti per la libertà di impresa. Tuttavia, sono le frasi sul disegno di legge tanto contestato da giornalisti e magistrati (e dai finiani) a segnare una svolta. Anche perché il premier usa parole forti, nel day after lo sciopero della stampa, per difendere il provvedimento. E lo fa, anche questo non va sottovalutato, attraverso un suo sito; scavalcando cioé qualunque "mediazione" giornalistica. Che cosa dice il presidente del Consiglio? Dice: «So per esperienza che il vostro entusiasmo, e quell'attivismo che vi distingue tra i militanti del Popolo della Libertà, hanno già saputo superare molti ostacoli. Ora avete un altro compito non facile, ma fondamentale: quello di togliere il bavaglio alla verità». Prende fiato il Cavaliere e aggiunge: «Quel bavaglio che le è stato imposto da una stampa schierata con la sinistra e pregiudizialmente ostile al governo. Una stampa che disinforma, che non solo distorce la realtà, ma calpesta in modo sistematico il sacrosanto diritto dei cittadini alla privacy, invocando per sé la "libertà di stampa" come se si trattasse di un diritto assoluto». «Ma - ammonisce Berlusconi - in democrazia non esistono diritti assoluti, perché ciascun diritto incontra sempre un limite negli altri diritti prioritariamente ed egualmente meritevoli di tutela. Questo, come ben sapete, è un principio elementare delle democrazie liberali. Un principio che la stampa italiana, in maggioranza, ha scelto purtroppo di ignorare». Di qui l'invito a impegnarsi anche con i gazebo per spiegare le ragioni del Pdl. Parole quelle di Berlusconi che sollevano le proteste della Federazione della Stampa, della sinistra e persino dell'Udc che giudica «le sue affermazioni inaccettabili». Alla faccia della riappacificazione con Casini, il suo portavoce e deputato Roberto Rao avverte: «Le parole di Berlusconi non sono un buon inizio, ma quel che conta sarà il risultato finale». Altro capitolo, i conti pubblici. Berlusconi mette un punto fermo: la Manovra «è necessaria, coniuga rigore e crescita» e serve al Paese per riportare i conti in ordine e «rendere la ripresa duratura». Ricorda che è in linea con quanto chiesto dall'Ue e, rispetto ai nostri partner, siamo tornati a crescere e più velocemente. Quindi un "sms di ottimismo": la ripresa è realtà, secondo il premier. Non solo, ma «va sostenuta diffondendo un messaggio di fiducia». Non è un caso che Berlusconi torna a insistere sulla Manovra. Il decreto dovrebbe essere varato la settimana prossima dalla commissione Bilancio del Senato, dove tuttavia le votazioni i giorni scorsi sono asndate avanti senza problemi sollevati dai finiani ma con gli screzi tra Lega e Galan. Il Cavaliere non sembra guardare con troppa attenzione ciò che accade nel Palazzo. Piuttosto si premura che alla gente, al suo popolo, arrivi un messaggio in positivo. Per questo ci tiene a sottolineare come stiamo per arrivare le misure in favore delle imprese: il vero «petrolio» del Paese, è la sua definizione. Si riferisce all'impuso alle liberalizzazioni con la riforma dell'articolo 41 della Costituzione. Ma quale sia lo stato d'animo di Silvio lo si evice da un brandello del colloquio tra lui e Casini raccontato da Bruno Vespa sul Resto del Carlino dal titolo eloquente: «Il ruggito del Cavaliere». Scrive il conduttore di Porta a Porta: «Silvio Berlusconi ruggisce d'impotenza. Nessuna maggioranza è così forte da potersi difendere da se stessa. L'altra sera un ospite della cena alla quale ha partecipato con Pier Ferdinando Casini gli ha fatto notare che le elezioni per il rinnovo del Consiglio superiore della magistratura si sono svolte con la vecchia legge elettorale, ancora dominata dalle correnti. "Era la premessa per la riforma della magistratura e voi siete al governo da due anni…". Berlusconi è rimasto colpito e ha spiegato che la sua maggioranza non è riuscita a trovare un accordo su questo e su tanti altri temi».

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