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Silvio Berlusconi difende una legge «sacrosanta» che «ricalca un altro disegno di legge che fu approvato quando al governo c'era la sinistra».

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Chela sua legge sia sacrosanta lo sostiene solo lui. Questa legge è un colpo alla legalità, alle indagini e alla libertà di informazione». Insomma, mentre i giornalisti scioperano, non si placa lo scontro politico attorno al ddl intercettazioni. Il testo, lo ha confermato ieri la conferenza dei capigruppo della Camera, arriverà in Aula dopo l'approvazione della Manovra la cui discussione è stata posticipata al 26 luglio. Nel frattempo il Guardasigilli Angelino Alfano prepara i correttivi. La commissione Giustizia di Montecitorio ha deciso di spostare da lunedì mattina a martedì pomeriggio il termine per la presentazione degli emendamenti. Segno che nella maggioranza si lavora per modificare il provvedimento. Anche se pare difficile che le novità, che potrebbero superare le resistenze finiane, riescano a convincere l'opposizione. Difficile per ora ipotizzare quali saranno i contenuti degli emendamenti che verranno proposti. Si parla soprattutto dei tempi entro i quali si può procedere alle intercettazioni, oggi fissati in 75 giorni, prorogabili di 72 ore in 72 ore. È ipotizzabile l'introduzione di un nuovo meccanismo che introduca una procedura più snella. Da verificare poi la possibilità di interventi per quanto riguarda le intercettazioni ambientali, l'utilizzo dei tabulati, l'abbassamento delle multe per gli editori. Una volta definiti i contenuti degli emendamenti e il grado di compattezza della maggioranza, si potrà anche capire se il provvedimento otterrà il via libera della Camera prima dell'estate, per tornare poi al Senato a settembre, o se tutto verrà rinviato in autunno. Anche se quest'ultima ipotesi appare la più palusibile.

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