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Scontro Regioni-governo sui tagli

ll ministro dell'Economia e delle Finanze Giulio Tremonti

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Tremonti si è incontrato apposta con il presidente del Senato Renato Schifani proprio per mettere un argine all'assalto alla manovra economica. Dei 2.500 emendamenti presentati, 1.116 sono a firma dei senatori del Pdl e rappresentano un vero e proprio stravolgimento del testo messo a punto dal ministro dell'Economia. Tremonti in serata ha lanciato un avvertimento: la ricreazione è finita, la politica deve adattarsi ai numeri. E per fare il punto sugli emendamenti oggi si riunirà il comitato-filtro istituito dal gruppo Pdl del Senato. Intanto gli emendamenti dello scandalo, ovvero quelli che prevedevano i condoni edilizio e fiscale, sono stati accantonati. Resta caldo il tema dei tagli alle Regioni. Oggi si svolgerà l'atteso incontro tra le Regioni e il governo con il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, Tremonti e il ministro degli Affari Regionali Raffaele Fitto. La proposta alla quale sta lavorando Tremonti e che la Lega ha tradotto in emendamento (niente tagli per le Regioni e le Province virtuose, ovvero che abbiano rispettato il patto di stabilità interno e della Salute nel triennio 2007-2009, e che abbiano uscite pari o inferiori alla media nazionale) rischia di spaccare il fronte delle Regioni. L'allarme viene dal governatore dell'Abruzzo, Gianni Chiodi, che ravvede anche un altro rischio: «quello di demotivare i comportamenti virtuosi in chi li sta attuando». Per il governatore «vanno premiati i comportamenti virtuosi e non gli enti che si definiscono virtuosi ma che hanno aumentato il proprio indebitamento». Spulciando nella tabella dei tagli emerge che i fondi Fas saranno ridotti di 900 milioni. Oltre 40 milioni in meno agli organi costituzionali (1 milione al Csm). La scure si abbatte anche sull'Istruzione: 31,2 milioni in meno alle istituzioni scolastiche non statali e 24 milioni in meno all'università, di cui 9,8 destinati al diritto allo studio. Tagli per 2,7 milioni a ricerca e innovazione. Il ministero del Lavoro si alleggerisce di 2,7 milioni l'anno nel triennio. Via 2,8 milioni per l'acquisto di beni e servizi e altrettanti per la formazione professionale. Al ministero della Giustizia un taglio di 18,5 milioni al programma sull'amministrazione penitenziaria, di cui 7,4 da tagli alle spese di mantenimento, assistenza e rieducazione dei detenuti. La Farnesina dovrà dire addio a 21 milioni.

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