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Berlusconi: "Giù le mani dal Pdl"

Il premier Silvio Berlusconi

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Domanda Nino da Eboli: si può ancora credere in un partito come il Pdl? Risponde Silvio Berlusconi: «Mio caro, ma il nostro non è un partito. È un grande movimento di popolo in cui siamo tutti orgogliosi di riconoscersi e io per primo. La parola "partito" non mi è mai piaciuta perché indica una parte, una divisione». Quindi spiega: «Il Popolo delle Libertà invece è un movimento che si rivolge a tutti. Siamo diversi dagli altri perché siamo nati dal basso con la grande manifestazione del 2 dicembre 2006. E la nostra gente ha scelto il nome e ha voluto che fosse guidato da un leader quale espressione di grande unità». Infine la promessa: «Incrinare questa unità sarebbe un errore imperdonabile, è una prospettiva a cui mi opporrò con tutte le forze sicuro di interpretare la volontà della nostra gente. Anche la tua, caro Nino». Il Cavaliere torna a rispondere via audio attraverso il sito Forzasilvio.it. Risponde ai quesiti dei suoi fan. Di domande ne sono arrivate quasi ottomila e ogni settimana il premier ascolta e fa conoscere il suo parere. Interrogativi e repliche sono on line sul sito, accessibili a tutti. Questa volta ne sono state scelte cinque, tutte di stretta attualità. Al punto che ce n'è una in cui Silvio rivela: sì, ho pensato di mollare. Capita quando Giampiero gli chiede perché continua a fare politica mentre potrebbe godersi il lusso, tutti i soldi che ha, insomma fare solo «la bella vita». E il premier non s'abbatte: «Giampiero, tu metti il dito nella piaga. E confesso che diverse volte anche io mi pongo la stessa domanda. E succede soprattutto quando i giudici politicizzati e la stampa che fa il tifo per la sinistra, quasi tutta, mi lanciano attacchi infondati. Attacchi che hanno il solo scopo - insiste il leader del Pdl - di sommergere con le calunnie e le polemiche i risultati positivi del governo e anche della mia azione personale». Poi racconta che la risposta che si dà è quella contenuta nel discorso della discesa in campo del '94, ovvero «perché non voglio vivere in un Paese illiberale, governato da forze immature o da uomini legati a doppio filo a un passato fallimentare», è la citazione d'annata ripetuta su internet. Luigi da San Benedetto del Tronto gli racconta invece che ha provato a combattere clientelismi e oligarchie ma si vede costretto a gettare la spugna. E chiede: se così il Paese tratta il legno verde che ne farà del legno secco? Berlusconi replica come una battuta: «Io come legno secco sono trattato malissimo. E tu lo sai per tutto quello che il sistema mi fa tutti i giorni», e subito dopo si mette a ridere. Prende un attimo di fiato e poi il premier aggiunge: «Bisogna resistere. Con il pessimismo non si va da nessuna parte e questo è vero a ogni età». Berlusconi torna a ribadire la necessità di «combattere». «E certo non saremo noi - conclude - a tutelare i clientelismi e le oligarchie che anzi consideriamo un cancro da estirpare». Cita come esempio la riforma dell'università che ha rimesso al centro il criterio del merito. Vairo da Sangemini, vicno Terni, domanda invece che fine abbia fatto il Ponte sullo Stretto. Il Capo del governo non si scompone: «Evidentemente ti è sfuggito ma il lavori per il Ponte sono cominciati nello scorso dicembre, è già stato completato il disbocamento dlele aree dove saranno piantati i piloni e questa realizzazione sarà certamente epocale e certo non si può compiere con uno schioccare delle dita. In questi mesi abbiamo dovuto lottare contro tutto e contro tutti». Promette: «Il Ponte si farà, spero di percorrerlo un giorno con te a bordo di un treno». Infine Giovanni lo chiama da Panama, dove si sta recando in visita il premier. Berlusconi non si scompone e lo invita a chiamarlo in modo da contattarlo nei giorni in cui sarà nel Paese centroamericano. Silvio in queste settimane si è divertito molto con internet soprattutto perché è riuscito a stabilire direttamente un contatto con i suoi elettori e i suoi fans. Non finisce qui, il Cavaliere utilizzerà sempre di più la Rete seguendo anche l'esempio di Obama che attraverso internet è riuscito a vincere le presidenziali negli Usa.

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