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Ratzinger è stato chiamato a salvare la Chiesa

Il Papa Benedetto XVI

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Il Cardinal Crescenzio Sepe è stato iscritto nel registro degli indagati della procura di Perugia. Il reato ipotizzato è quello di corruzione. Per meglio dire, in gioco è l'art. 321, dunque qualcosa di più grave della corruzione, trattandosi delle pene di corruzione in atti d'ufficio «anche a chi dà o promette al pubblico ufficiale o all'incaricato di un pubblico servizio il denaro od altra utilità». Come si vede, in senso lato e vulgato: corruzione di pubblico ufficiale. Un'altra tegola sulla testa bimillenaria della Chiesa. Un'altra prova. Benedetto XVI non ha mancato di richiamare alla Chiesa intera, durante l'ordinazione di quattordici giovani sacerdoti, che chiunque scelga il sacerdozio per soddisfare brame di potere o di notorietà pubblica sbaglia tutto, "alla radice". Andare alla radice della verità dell'avvenimento cristiano. È questa la missione storica di questo Papa tedesco che si ritrova a dover affrontare prove durissime e così distanti dal suo immaginario spirituale e dal suo vissuto di credente, sacerdote e pastore. Domandiamoci: perché la Chiesa? Perché la Chiesa è sempre coinvolta in snodi pubblici che trascinano la gente a criticare, disprezzare, bestemmiare? La domanda di sempre. La Chiesa è la Sposa di Cristo e, dai Padri, teologi e pastori sopraffini, in poi, è stata bersagliata da sante reprimende, cariche di zelo e dottrina. Perché non si dà Chiesa senza umanità. Umanità vera, carnale, sensibilmente tangibile e priva di giustificazione umana, talvolta. È il mistero dell'Incarnazione di Dio. Non c'è esperienza anche solo lontanamente comparabile a questo straordinario miracolo di amore e coinvolgimento da parte di Dio Creatore e Redentore con la sua creatura. «Cur Deus homo?». Si domandava la teologia fondativa del nostro sensus fidei. «Perché Dio si è fatto uomo?». O, ancora: «Perché un Dio uomo?». Questo apparente "intralcio" alla concezione puramente spirituale, di fatto spiritualistica, della religione, imprigiona la Chiesa nella prigione sensibile, ma, al contempo, ne dilata i pori della misericordia, perché tutti sono peccatori e a ciò Dio aveva già pensato. Le prove della Chiesa derivano da ciò: dall'umanità ferita dei suoi membri. Anche dei suoi sacerdoti e pastori. Ratzinger non molla anche perché sa che ciò non debba mai e poi mai essere considerata una facile scusa per giustificare brutture e sporcizia nel seno della Chiesa di Dio. Non solo. Il vuoto della società secolarizzata che cerca disperatamente di uscire dalle secche della sua subcultura antiumana fa emergere la forza culturale e direi anche comunicativa della Chiesa. Ratzinger ha dialogato con il meglio della cultura occidentale inaugurando dibattiti impensabili alle latitudini del pensiero debole. Il discorso pubblico ha un protagonista di classe: la Chiesa. Che si parli del Crocifisso, bersagliato dai poteri dominanti e dalle retoriche nichilistiche, o si tematizzi il futuro della politica come tale, c'è sempre la Chiesa di mezzo. Non ago della bilancia, ma forza vitalmente proattiva e creativa. Sale della terra, benedetta minoranza creativa. Con ciò, viene segnato un protagonismo nel bene e nel male. Di ciò si tratta. Quando apre piste creative ed inedite, la Chiesa è oggetto di dibattiti e studi; quando i preti vengono accusati di abusare di ragazzini o corrompere pubblici ufficiali, si grida allo scandalo. Scandalo più grande perché si tratta appunto della Chiesa. Ecclesia semper reformanda. La linea di questo grande Papa. Che Dio lo aiuti.

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