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La scuola si sente tradita "Noi, penalizzati due volte"

Protesta contro i tagli alla scuola

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In un Teatro Quirino stipato all'inverosimile, almeno mille i presenti, si svolti ieri mattina gli Stati Generali dei lavoratori della scuola «penalizzati due volte» dalla manovra. Sul palco schierati, i rappresentanti nazionali (e di categoria) di Cisl, Uil, Snals-Confsal e Gilda-Unams. Convitato di pietra la Cgil che ha manifestato sabato e organizza lo sciopero del 25. Un'assenza molto criticata: siamo qui per difendere i nostri diritti, per puro spirito corporativo, non politico. «Diciamo no a una manovra che, per fare cassa, abbatte i costi della spesa pubblica nel modo più iniquo» ha spiegato Marco Paolo Nigi, segretario nazionale Snals-Confsal. «Per la scuola siamo di fronte a una doppia ingiustizia: oltre al blocco del rinnovo contrattuale c'è il blocco della progressione economica - ha proseguito Nigi - Si cancellano così tre anni di lavoro, che non hanno valore neppure ai fini giuridici. Servono solo come trascorrere del tempo in costanza di servizio». I lavoratori della scuola si sentono traditi: «Si toglie di più a chi ha di meno - ha tuonato Nigi - Invece di andare a colpire gli sprechi e l'evasione fiscale si risparmia sul personale». Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl ha minacciato lo sciopero, «a condizione che in piazza non ci siano politici, ma solo lavoratori. È la sola condizione per ottenere risultati». Tutt'insieme hanno chiesto un incontro «immediato» con il Governo «per far saltare i tagli». Ovazione in platea. Rino Di Meglio del Gilda: «La classe politica continua a sprecare risorse. La soppressione di tutte le Province farebbe risparmiare 14 miliardi, oltre la metà dell'importo complessivo della manovra. Perché non si applica l'addizionale Irpef per tutti, e soltanto gli insegnanti sono costretti a perdere tremila euro l'anno?» Paolo Pirani della Uil ha suggerito, invece, di risparmiare sulle consulenze della Pubblica Amministrazione, «che costano ogni anno 2 miliardi». Si fa l'esempio della Germania: con una manovra quadriennale di 80 miliardi ha investito lo stesso 12 miliardi per la scuola senza operare tagli. Infine due cifre dello scontento: il blocco delle anzianità comporterà una riduzione dello stipendio di 1000 euro l'anno per un collaboratore scolastico e da 2.000 a oltre 3.000 euro per un insegnante.

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