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Intercettazioni, lo stop di Fini: "Alla Camera prima la manovra"

Il presidente della Camera Gianfranco Fini

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"Il disegno di legge sulle intercettazioni è necessario perché in Italia c'è un  eccesso di intercettazioni che risulta dai costi, ma non si capisce la fretta con cui si voglia approvare". E' quanto detto dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, nel corso di un'intervista a Benevento. Fini ha ricordato che occorre tutelare le indagini per combattere la criminalità organizzata ma ha sottolineato che occorre anche tutelare la privacy e la riservatezza delle conversazioni. "Alcuni miglioramenti ci sono stati, ma si continua a discutere", ha detto Fini. "Discutere non fa male, è bene ancora approfondire per non dare l'impressione di una fretta improvvisa. Dopo due anni di discussione perché correre forsennatamente prima dell'estate?", ha detto la terza carica dello Stato. Fini ha poi ricordato che i quattro quinti della magistratura italiana ha sollevato dei dubbi sul ddl. Circostanza che potrebbe far sollevare delle perplessità in merito al contenuto. PRIMA LA MANOVRA - "Il Parlamento discuterà prima della manovra finanziaria e poi del decreto sulle intercettazioni. Questo non solo per dovere istituzionale, ma anche perché il ddl intercettazioni non è ancora calendarizzato per giugno". Così il presidente della Camera, Gianfranco Fini, a Benevento nel corso di un'intervista di Virman Cusenza. "Se si conoscono il regolamento di Montecitorio e la Costituzione non può avere dubbi nel rispondere su quale sia la priorità perché, al di là delle connotazioni di merito, bisogna ricordare che l'intervento  che ha deciso il governo per tenere a bada i conti pubblici deve essere discusso - ha detto Fini - massimo in 60 giorni, impossibile la reiterazione". Secondo Fini si presuppone, che la manovra, che ora è al Senato giungerà al Senato orientativamente "nei primi giorni di luglio". GASPARRI E CICCHITTO - In una nota congiunta, il presidente del gruppi parlamentari del Pdl al Senato e alla Camera, Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto chiedono che "le norme sulle intercettazioni entrino in vigore presto", sottolineando che per il partito di maggioranza relartiva non ci sono spazi per modifiche rispetto al testo del Senato concordato "unanimemente nell'ufficio di presidenza del Pdl" che è da considerarsi "definitivo". "In materia di intercettazioni - scrivono nella nota diffusa poco dopo l'annuncio di Fini che a Luglio in aula alla Camera la conversione in legge del decreto che contiente la manovra economico avrà la precedenza rispetto alla legge sulle intercettazioni - il dibattito ed il confronto durano da molti anni. Prima ancora della proposta di legge dell'attuale governo ne erano state presentate e approvate in un ramo del Parlamento altre. La proposta attualmente all'esame della Camera nasce da una iniziativa del governo risalente al giugno del 2008. Fu approvata dopo un anno di discussione e di approfondimenti alla Camera dei deputati e dopo un ulteriore anno è stata approvata nei giorni scorsi, a due anni dal suo varo quindi, dal Senato. Sono state introdotte molte modifiche sostanziali, rispetto al testo iniziale ed a quello varato dalla Camera dei deputati nel giugno del 2009. Tali modifiche hanno recepito molte proposte che sono arrivate dalla società civile, dalle minoranze, dal confronto che si è svolto anche all'interno della maggioranza e del Pdl". "Riteniamo quindi - avvertono Gasparri e Cicchitto - che dopo l'ampia discussione parlamentare che c'è stata e dopo le ultime modifiche approvate all'unanimità nel corso dell'ufficio di presidenza del Pdl recentemente riunitosi proprio su questo tema, sia possibile andare ad una decisione definitiva che consenta all'Italia di mantenere lo strumento delle intercettazioni ma di renderlo compatibile con l'articolo 15 della Costituzione  che tutela la riservatezza. Questo strumento investigativo non viene limitato in alcun modo per i reati più gravi, in particolare quelli riguardanti le cosche criminali, ma introduce importanti innovazioni che riteniamo debbano finalmente entrare in vigore". "Nel calendario del mese di giugno non c'è il ddl sulle intercettazioni. non se ne discuterà, quindi nel mese di giugno, ma è prevedibile verso fine luglio o - ha concluso il presidente della Camera - in un periodo ancora successivo".  

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