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La manovra taglia anche il Pil

Mario Draghi

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La manovra economica del Governo taglia tutto. Non solo stipendi e privilegi ma anche la ricchezza che il Paese produce ogni anno. L'applicazione delle misure secondo le stime della Banca d'Italia potrebbe avere un effetto «depressivo» sulla ripresa e portare a una contrazione del Pil di oltre lo 0,5% nel biennio 2011-2012. Insomma - ha aggiunto la Corte dei Conti - il primo impatto sul Pil sarà «restrittivo». Non solo. Secondo i tecnici di Palazzo Koch, ascoltati ieri dalle Commissioni bilancio di Camera e Senato, gli interventi del Governo potrebbero non bastare. «L'entità della correzione appare adeguata a raggiungere gli obiettivi di indebitamento netto nel quadro macroeconomico delineato nella Ruef. Potrebbero essere necessari ulteriori interventi qualora si presentasse uno scenario più sfavorevole».   Ad affermarlo cui direttore centrale dell'Area ricerca economica e relazioni internazionali, Salvatore Rossi che ha aggiunto: «La manovra è basata in larga misura su riduzioni della spesa corrente e su misure di contrasto all'evasione. Questa composizione degli interventi appare appropriata, visto il rilievo dell'evasione fiscale nel nostro Paese e il forte aumento della spesa corrente nell'ultimo decennio». Per questo, ha spiegato l'economista a senatori e deputati, bisogna «far sì che i progressi nel contenimento della spesa corrente e nella lotta all'evasione si traducano quanto prima in riduzioni delle aliquote d'imposta sul lavoro e sulle imprese. È una leva importante di sviluppo». Rossi ha sottolineato la necessità di un settore pubblico più efficiente e «le riforme avviate nella pubblica amministrazione, quelle per elevare l'età di pensionamento, muovono in questa direzione. Saranno cruciali le modalità di realizzazione del federalismo fiscale da volgere all'aumento di efficienza nell'uso delle risorse». L'allarme sulla crescita è stato lanciato anche dalla magistratura contabile: «L'effetto della manovra 2011-2012 sarà come primo impatto di segno restrittivo». E la Corte dei Conti è entrata nel merito della lotta all'evasione affermando che gli interventi del governo in questa direzione sono «razionali». Ma, ha aggiunto, in essi le «disposizioni tributarie con sicuri e rilevanti effetti sul gettito» coesistono con altre misure che «sarebbe più prudente considerare soltanto a posteriori».  

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