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Berlusconi pronto a fare manovra

Parlamento

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Berlusconi apre alla trattativa sulla Manovra. Ieri mattina ha ricevuto riservatamente per un'oretta a palazzo Grazioli Mario Baldassarri, presidente dela commissione Finanze del Senato. Laddove il decreto di stabilizzazione dei conti pubblici sta iniziando il suo iter parlamentare. E non è un caso che veda anche Baldassarri visto che nell'altro governo fu per i cinque anni viceministro di An all'Economia, in pratica colui che per conto di Fini via XX settembre e Tremonti. E anche oggi può considerarsi un finiano, sebbene moderato. Non ama le rotture e ha una linea più attenta allo sviluppo e alla competitività. Tuttavia, al telefono Baldassarri si mantiene abbottonato sull'incontro: «Sto guidando». Ci sentiamo all'arrivo? «Guiderò fino a martedì». E martedì non è una data a caso. Quel giorno si riunirà il gruppo parlamentare del Pdl al Senato proprio per preparare la partita a palazzo Madama. I finiani probabilmente si vedranno il giorno prima. Nel week end appena iniziato lavoreranno a studiarsi attentamente il provvedimento e la settimana prossima avanzare le richieste. Nell'incontro non si parla di Manovra. Spiega Pasquale Viespoli, sottosegretario al Welfare, anche lui finiano e anche lui trattativista: «Non c'è ancora il merito, dobbiamo ancora parlarne tra noi». Mentre Andrea Augello, sottosegretario alla Funzione pubblica e grande esperto di finanziarie (fu anche assessore al Bilancio nella giunta Storace), ribadisce: «Stiamo ancora studiando, poi vedremo». La novità comunque è l'atteggiamento di Berlusconi. La cui linea è chiara: se avete proposte per migliorare la Manovra, fatele. L'unica condizione è di lasciare invariati i saldi finali, quelle cifre sono immutabili. Sul resto si può discutere. Di fatto ieri si è aperta la trattativa che per ora ha raggiunto una sola intesa di massima almeno sul metodo. Si vedrà, per il momento è presto. Ieri Berlusconi si è concentrato per mettere a punto soprattutto la lettera agli esponenti di governo a essere più presenti in Aula nelle prossime sedute, visto le brutte figure: la maggioranza è andata ripetutamente sotto in questa settimana per le continue assenze. La missiva è indirizzata per ora soprattutto a ministri, viceministri e sottosegretari. Viene chiesto loro di ridurre drasticamente le missioni, di essere più presenti e, se ci saranno ancora problemi, si valuterà l'ipotesi di porre l'incompatibilità: o si fa il parlamentare o l'esponente di governo. Sulla manovra non si può scherzare. Di fatto ieri Berlusconi ha invitato i presidenti delle commissioni Finanze e Bilancio a raccogliere tra i parlamentari le richieste di modifiche. Fare una selezione e lavorare d'intesa con i capigruppo. Se ci saranno divergenze insanabili non è da escludere l'ipotesi di riunire gli organi di partito come l'ufficio di presidenza. Il tutto però potrebbe complicarsi a causa della partita che si sta giocando alla Camera sulle intercettazioni. Sul disegno di legge è stato raggiunto un accordo che però già scricchiola. Flavia Perina, con un editoriale sul Secolo, ha annunciato modifiche. Franceschini suggerisce di far slittare tutto a settembre, una posizione che i berlusconiani sospettano sia stata ispirata da Fini o comunque non dispiace al presidente della Camera il quale, viste le pressioni e i malumori, tutto sommato potrebbe preferire che il testo venga accantonato. Viespoli mette le mani avanti. «Sono due partite diverse». Come dire: viaggiano su binari distinti, sulla Manovra non si annunciano scontri. D'altro canto che il decreto di finanza pubblica possa cambiare lo ammette anche il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri: «Qualcosa sarà modificato». E allora che cosa potrebbe essere modificato? I finiani già nei giorni scorsi hanno avanzato qualche tema: cedolare secca sugli affitti, esclusione dei lavoratori della scuola dal blocco dei contratti, ripristino del Fondo per l'Università. Ma si tratta di anticipazioni, forse qualche fuga in avanti. Perché a questo punto i finiani devono decidere l'impostazione iniziale. Se cioé chiedere modifiche sostanziali alla Manovra, intervenendo direttamente sull'impianto del testo stesso. Oppure se lavorare su ritocchi, su singoli aggiustamenti, correzioni su alcuni punti. Non si tratta di una scelta da poco. Ma davanti c'è un intero fine settimana per decidere quale strada prendere.

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