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Ma il ministero disse: clinica senza requisiti

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«Sonostate rilevate evidenti carenze organizzative, tecnologiche e professionali». Così scrivevano nel loro rapporto gli ispettori mandati dal ministro della Salute Ferruccio Fazio a Villa Pia sei giorni dopo la morte di Tiziana. La trentacinquenne romana non doveva partorire lì. Questo sottolinearono gli esperti del dicastero, che precisarono nero su bianco che i requisiti della clinica romana erano sotto i livelli previsti dalla legge per i parti a rischio. Cioè la casa di cura non presentava «i requisiti strutturali per la gestione in sicurezza di parti a rischio emorragico, tra i quali l'assenza di reparto di rianimazione». Completavano il quadro i dati dei trasferimenti da Villa Pia all'ospedale San Camillo negli ultimi due anni. Nel 2009 105 i pazienti portati dalla clinica al nosocomio. Di questi uno giunto cadavere, cinque deceduti al pronto soccorso, settanta ricoverati: tra questi ultimi sedici morti entro un mese e otto tra uno e tre mesi. Numeri confermati anche dall'attività del 2010. Trenta i pazienti trasferiti dalla clinica al San Camillo: nove deceduti al pronto soccorso e diciannove ricoverati, tra questi otto sono morti nei reparti. Fu di fronte a quella relazione di cinque pagine che la presidente della Regione Lazio Polverini assicurò: «Ho chiesto la verifica del possesso dei requisiti minimi previsti per legge necessari all'esercizio dell'attività della clinica Villa Pia per poi disporre immediatamente tutte le iniziative consequenziali in materia di accreditamento». Iniziative che, a quanto pare, non ci saranno visto che i controlli della Asl promuovono la clinica. Ecco invece i problemi messi in evidenza allora dagli ispettori del ministero. «Sono state riscontrate criticità in materia di: gestione della gravidanza, appropriatezza nella scelta della struttura, aderenza alle raccomandazioni ministeriali per la prevenzione del decesso materno o malattia grave correlata al travaglio e/o parto, appropriatezza della procedura taglio cesareo nella struttura, procedure in particolare per la gestione delle emergenze, completezza ed accuratezza della documentazione clinica, comunicazione ai familiari, presa in carico dei pazienti». Carenze confermate anche dal rapporto della Commissione Morti Materne della Regione, secondo cui la morte di Tiziana Tumminaro si poteva evitare. A. D. M.

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