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Il ministro: «Ognuno si qualifica come meglio crede»

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Raggiuntatelefonicamente il ministro dell'Istruzione si limita ad un unico lapidario commento: «Ognuno si qualifica come meglio crede. Se questo è il linguaggio che predilige Bersani, sono certa che gli italiani sanno giudicare da soli». Nient'altro da aggiungere. A sua difesa, però, scende in campo compatto il Pdl. A partire dal finiano doc Italo Bocchino che si rivolge direttamente al segretario: «Qualcuno spieghi a Bersani che lo scontro politico non esime dall'essere educati, soprattutto quando si critica un ministro donna come la Gelmini. Il nostro ministro dell'istruzione non "rompe", ma cerca di riparare il disastro che dal '68 a oggi la sinistra ha procurato alla scuola italiana, facendone uno stipendificio e mortificando il merito e la qualità. Auspichiamo che Bersani chieda scusa alla Gelmini per il tono usato». «Bersani - ribadisce Giorgio Stracquadanio (Pdl) - quando parla di scuola, sembra Crozza nella parte del bue che dice ai somari: "cornuti!" e tutti i somari applaudono. Perché ci vuole la faccia tosta di un comico per raccontare la barzelletta che la scuola sarebbe al degrado per colpa della Gelmini. Il bue e gli asini non si ricordano dei danni che hanno fatto alla scuola e all'università italiana dal '68 fino a poco tempo fa, con i loro "no alla selezione", "6 politico", "esami di gruppo" e tutte le altre fregnacce sul "diritto allo studio" che voleva dire diritto ad un pezzo di carta inservibile. E tanto per restare sui comici direbbe Totò: "ma mi faccia il piacere!"». Ironico il coordinatore nazionale dei giovani del Pdl Francesco Pasquali che ricorre alla metafora scolastica: «Al leader del Pd andrebbe un bel 5 in condotta per bullismo. Ancora una volta, infatti, Bersani ha messo a nudo la posizione della sinistra sulla scuola: nessuno può toccare gli insegnanti, che devono rimanere una casta iper sindacalizzata, estranea alle logiche di rendimento qualitativo. Il linguaggio inaccettabile con cui ha apostrofato il ministro Gelmini, inoltre, sottolinea la strenua difesa di privilegi e immobilismo che fanno parte del dna suo e del Pd». Mentre il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi invita Bersani a chiedere «scusa alla Gelmini» e a recuperare «il senno, prima che sia troppo tardi». La controreplica è affidata a Giovanni Bachelet responsabile Politiche dell'Istruzione del Pd: «Il numero di entusiastici messaggini spediti da amici e parenti insegnanti subito dopo le parole di Bersani sulla scuola suggerisce che la scelta di definirli eroi del nostro tempo, malgrado l'espressione birichina che sintetizzava il più volte dichiarato disprezzo del ministro verso il loro lavoro considerato un ammortizzatore sociale, rallegra molte persone per bene. Il ministro che nel 2008 aveva promesso di intervenire sulla scuola con il cacciavite sta invece usando la dinamite». Nic. Imb

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