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"Basta con i compensi da capogiro I deputati diano il buon esempio"

Mercato rionale a Roma

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 Tagli netti agli stipendi dei politici, riduzione dei benefit di cui godono, delle auto blu. E una speranza, «che il Governo Berlusconi non tradisca le aspettative e i sogni degli italiani». Ancora prima della riforma della giustizia, del decreto sulle intercettazioni, la gente comune vuole ora che chi governa si metta una mano sulla coscienza e cominci a stringere la cinghia in tempi di crisi. Basta allora a stipendi da capogiro, a pensioni altrettanto onerose, alle auto blu che scorrazzano ogni giorno in giro per le varie sedi istituzionali accompagnando gli onorevoli, a liti interne ai partiti. Lo pensano il meccanico, lo studente, la casalinga, il pensionato, ma anche il libero professionista, lo statale, incontrati per strada, al mercato, al bar. Sostenitori della maggioranza ma anche dell'opposizione, con le dovute differenze si intende. Ma una necessità è comune. Che i politici di oggi si calino un po' di più nella realtà dei cittadini «normali». Negli animi della gente c'è la paura di finire come la Grecia (anche se prevale la fiducia nel governo che questo non accada), la sgradevole sensazione di politici poco onesti immischiati in affari non del tutto trasparenti (pur riconoscendo la netta presa di posizione del presidente Berlusconi che ha ribadito «Fuori dal governo chi sbaglia»). Basta accendere la miccia sui costi della politica, che il dibattito si infiamma. «Insomma – è l'idea di Mario, 42 anni – leggo o sento parlare di costi della politica esorbitanti, di stipendi dei ministri da capogiro, e poi di possibili aumenti delle tasse che come al solito graverebbero su noi cittadini. Ma quando inizieranno a capire questi politici che la gente è stufa e che ci vuole un segnale forte per riconquistarsi la fiducia degli elettori?». Mario non vota da più di dieci anni pur essendo simpatizzante di sinistra, ma promette che alle urne ci tornerà e la sua X la rimetterà sul nome del primo politico disposto a tagliarsi lo stipendio del 20-30%. «Tanto resterebbe molto più alto di un qualsiasi stipendio medio», aggiunge con un sorriso ironico. La proposta del ministro Calderoli di una sforbiciata del 5% è vista come un piccolo passo avanti da Giovanni, 30 anni, elettore di centrodestra, che incontriamo al bar. «Almeno lui ha detto qualcosa in merito e forse nessuno se lo aspettava da un ministro della Lega. Non come questi politici di sinistra che predicano bene, ma poi quando è il momento di fare proposte concrete non ci pensano proprio».   «Sì, ma il 5% è davvero ridicolo – ribatte Cristian, un altro giovane – bisognerebbe dire basta ai privilegi di casta di qualsiasi genere. Che si tratti di benefit, di case di lusso pagate magari da altri, di auto blu. Ma perché un onorevole non può prendere l'autobus come un comune cittadino o vivere dello stesso stipendio di uno statale? Capirebbe tanti problemi della gente, e forse migliorerebbe il modo generale di fare politica». La vicenda Scajola non è ancora stata dimenticata. «Non credo alle accuse rivolte al ministro – è l'idea di Giuliana, 63 anni che vuole dire la sua mentre fa la spesa al mercato Testaccio – ma certo almeno da quello che si legge sui giornali sta venendo fuori un sistema di favori e di privilegi ai politici e in generale a chi ha potere in qualche campo, che è a dir poco imbarazzante. Inviterei il presidente Berlusconi che stimo e che ho votato, a prendere la situazione in mano e a dare un segnale forte che il suo governo non è quello che è apparso in questi giorni su alcuni giornali». «La gente è stanca di battibecchi e liti interne al partito – ribatte Saverio, pensionato 75enne – passato il tormentone Fini-Berlusconi mi piacerebbe che i politici che ci governano cominciassero a fare sacrifici come li stiamo facendo noi ormai da tanto tempo».   Un appello al premier arriva anche da Giorgia, giovane simpatizzante di centrodestra: «Berlusconi è un leader, un uomo carismatico e vicino alla gente. È ai giovani che deve pensare in modo particolare perché in Italia il lavoro è precario e non si riesce a pensare al futuro. Non mi importa quanto guadagna un politico, ma che i giovani siano messi in condizione di guardare al domani con ottimismo e fiducia».

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