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Onorevoli contro pizzardoni

Le auto blu tra i privilegi dei politici italiani: oggi sulle nostre strade se ne contano 629.120

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Adesso respirate profondamente, accendete candele aromatiche, mettete in sottofondo musica rilassante. Pensate allo sciabordìo delle onde del mare, alle brezze montane, a momenti felici delle vacanze. Fatevi fare un massaggio shiatsu, infilatevi in una sauna, assumete la posizione del loto. Trasformatevi in monaci tibetani. Insomma, adottate ogni espediente possibile perché tutte le fibre del vostro corpo e dello spirito in esso contenuto siano perfettamente rilassate e in sintonia con il cosmo. Perché la notizia che leggerete qui di seguito vi farà incacchiare come i gibboni del bioparco privati delle banane. Eccola: i parlamentari si lamentano per le troppe multe alle loro auto. Avete capito bene. Ora ricordate che negli ultimi minuti avete perseguito un equilibrio interiore sufficiente a non farvi imbracciare un kalashnikov: sarebbe poco igienico manifestare la vostra indignazione con proteste incivili, chiassose o sanguinarie. A sollevare il problema è stato, alla Camera, il deputato del Pdl Giuseppe Consolo. Spiegando «di non poterne più dei pacchi di contravvenzioni» che quotidianamente gli arrivano a domicilio, ha denunciato «l'atteggiamento pretestuoso» dei vigili romani e «l'eccessiva solerzia» degli ausiliari del traffico. Sostiene Consolo: «non parlo delle auto blu, ma della mia vettura privata. A noi parlamentari deve essere permesso di accedere qui per lavorare». Precisando (ricordate che siete in armonia con l'universo, cari lettori) che questa attenzione della polizia municipale «crea un disagio a tutti noi, che non veniamo a Montecitorio per bighellonare». L'iniziativa ha generato sommessi consensi bipartisan: mancavano unanimi grida di evviva, ma questo purtroppo è dovuto alle troppe assenze in Aula, resa irraggiungibile dalla ferocia di quei cecchini dei pizzardoni contro i nostri gagliardi politici. Un'Ultima Thule perduta, per quei solerti legislatori che al mattino si affannano per essere puntuali con la discussione e il voto, compiendo con le loro modeste vetturette spericolati slalom tra le corsie preferenziali e i semafori rossi pur di non deludere le aspettative di chi li ha eletti. Per una fatica così improba vengono compensati con un'indennità mensile di circa 15mila euro. Che a suon di multe finiscono in un batter d'occhio. Vi chiederete: e le auto blu? Spettano solo a pochi privilegiati fra loro. Compriamogliene mille così non saranno costretti ad aprire il garage di casa. Insiste Consolo: «Mi multano sulle strade di accesso a Montecitorio, come via del Tritone». Embé?, penserete voi, aprendo i vostri album inzeppati di sanzioni stradali prese ovunque, quelle stesse che vi trascinate in penosissime e spesso infruttuose odissee negli uffici dove dovrete contestarle, sperando in un annullamento, in un condono, o nella semplice constatazione che quelle multe sono tanto vecchie che paiono incise su tavolette d'argilla assirobabilonese. I parlamentari sventolano il contrassegno che permette loro di accedere nelle zone a traffico limitato. Sorvolano sul fatto che quel cartoncino non consente di guidare come al luna park. Per una volta l'obiezione giusta arriva dall'Italia dei Valori. Ironizza Barbato: «Suggerisco a Consolo e Carlucci di prendere il tram». Quel mezzo pubblico che la signora Gabriella prese davvero, anni fa. Ma tamponandolo con la sua Porsche, guardacaso sul Tritone, dove si creò un ingorgo monumentale. Riferiscono le gazzette dell'epoca che la Carlucci imboccò poi la preferenziale contromano e corse alla Camera. Parcheggiò sul marciapiede, e i vigili non gliela perdonarono. Ecco come nascono certe faide.

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