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Casini azzera l'Udc per fare il partito della Nazione

Pierferdinando Casini (Udc)

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In marcia a tappe forzate verso il «Partito della Nazione» pronti ad accogliere «gli italiani che ci stanno». Anche Fini? «Beh, chiedetelo a lui». Pier Ferdinando Casini lancia il suo "predellino", azzera gli incarichi interni dell'Udc e dà appuntamento alla direzione dei direzione centristi di Todi dove dal 20 al 22 di maggio si definirà il percorso del nuovo soggetto politico, un «tesseramento aperto» e una iniziativa che cerca il contributo di tutti. Intanto, l'Udc azzera le cariche dell'esecutivo nazionale con una decisione comunicata durante la direzione dal segretario Lorenzo Cesa. «Il partito della Nazione non potrà essere il restyling dell'Udc. Deve essere qualcosa di profondamente diverso. Il gesto di oggi (ieri, ndr) di Cesa di azzerare gli incarichi è la dimostrazione che si vuole fare sul serio per interpretare un sentimento nazionale diffuso. C'è bisogno di ricostruire un sentimento nazionale», dice Casini. Cesa è ancor più netto: «È arrivato il momento di dar vita ad un nuovo partito che parli il linguaggio della riconciliazione nazionale, della responsabilità. Un partito dell'unità nazionale, della Nazione, che rimetta insieme il Paese e lo guidi verso il futuro modernizzandolo, riformandolo, facendolo crescere. L'Udc da sola non può realizzare un compito tanto ambizioso». Casini spiega l'orizzonte politico che motiva la scelta del muovo soggetto: «C'è bisogno di ricostruire un sentire comune tra tutti gli italiani, c'è bisogno di una grande pacificazione nazionale, c'è bisogno anche di fare proposte di buon senso. C'è la retorica del qui va tutto bene; noi pensiamo che purtroppo qui non vada niente bene, per cui non c'è da conservare l'esistente, ma c'è da cambiare». «Chi governa e anche chi è all'opposizione, il che è più singolare, pensa che tutto vada bene. Noi - ha sottolineato Casini - non pensiamo che le cose vadano bene così». Una scelta quindi contro questa maggioranza e questa opposizione. E Casini torna anche, dopo le molte polemiche innescate dalla sua proposta a In mezz'Ora, domenica, su un «esecutivo di salute pubblica». Casini spiega di non aver mai parlato di un «governo tecnico»: «Naturalmente chi ha vinto le elezioni è nelle condizioni di aprire una fase nuova. Non la vuole aprire? Peggio per lui». «Il governo tecnico - puntualizza - non è stato mai da me evocato. Ho parlato di governo di ricostruzione nazionale, chiamatelo come volete, mi interessa la sostanza. C'è bisogno di una pacificazione tra le forze politiche e di fare riforme strutturali».

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