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Servono dieci euro per diventare finiani

Gianfranco Fini

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E ora si fa sul serio. Finora sono state schermaglie, tatticismi, provocazioni. Controllo delle forze nemiche e dispiegamento di truppe, insomma, tanto per utilizzare la metafora militare. E, per rimanere in tema, ora sta iniziando la battaglia sul campo, quella vera, sul terreno. Tocca alle truppe di terra. Domani Generazione Italia, la componente di Gianfranco Fini, aprirà le iscrizioni. Saranno solo on line, previo versamento esclusivamente con carta di credito. «Altrimenti non sarebbe una cosa seria», fanno sapere gli uomini vicini al presidente della Camera. L'adesione può essere singola, cioé a titolo personale. Oppure con un gruppo di dieci persone si può creare un circolo d'ambiente (ovvero per area geografica) o tematico. Il circolo Generazione Italia dei camionisti, dei tabaccai, degli architetti e via discorrendo.   Lo schema, inutile nasconderlo, assomiglia molto alla prima Alleanza nazionale. Saranno nominati i coordinatori regionali e quindi quelli provinciali. Non è solo una novità organizzativa. È un vero e proprio salto di qualità nella battaglia interna al Pdl. Finora è stata guerra aerea, ora si va al corpo a corpo. Che si stesse arrivando a questo deciso cambio lo si era capito già domenica scorsa, quando Ignazio La Russa ha riunito i suoi in Lombardia per serrare le fila lanciando il suo movimento con la chiara indicazione «di destra». E Maurizio Gasparri si prepara a un giro per l'Italia come se fosse in campagna elettorale: tappa clou il 16 a Palermo, mille persone in un teatro. E non è un caso perché è in Sicilia che si è già consumato lo strappo, il Pdl di marca finiana è ora al governo e sono possibili passaggi di casacca. Dunque, si parte. La seconda fase della corrente finiana sta per partire. Ammette Italo Bocchino, il braccio armato dei finiani: «Abbiamo avuto solo ieri (lunedì, ndr) 93.500 accessi unici al sito, siamo diventati il primo sito web per citazioni sui giornali e tra quelli politici uno dei più cliccati. E abbiamo aperto da appena un mese». Ora si cambia pelle. Una quindicina di parlamentari si occuperanno del board dell'associazione Generazione Italia, già circa 600 amministratori locali (tra assessori e consiglieri) hanno aderito. Si punta ad arrivare a quota mille e poi ci sarà la prima convention nazionale a Roma, probabilmente a giugno. Il punto debole restano però i quadri intermedi, i consiglieri regionali per esempio. Dei 118 ex An circa 100 hanno già firmato con Berlusconi, solo una quindicina si è apertamente schierata con Fini. in compenso sarebbero già arrivati due big di Forza Italia, ma nessuno tra i finiani vuole confermarlo. Il più alto in carica è il vicepresidente dell'Abruzzo e assessore allo Sviluppo Economico, Alfredo Castiglione. «Aspettiamo la formazione delle giunte nelle tredici Regioni dove si è votato - insiste Bocchino -. Per ora è normale che in tanti stanno a guardare ma subito dopo la partita non sarà più falsata e allora saremo tutti ad armi pari». Nella campagna acquisti si impegnerà direttamente Gianfranco Fini. Che andrà sul campo. Toccherà sicuramente quattro regioni: Sicilia, Puglia, Lombardia e Campania, oltre al Lazio visto che ospiterà il raduno finale. Ma in calendario potrebbero essere inserite altre tappe. Insomma, il presidente della Camera non resterà a guarda ma metterà anche lui l'elemetto. A Roma poi verrà combattuta la battaglia più aspra. I finiani puntano a smontare Gianni Alemanno e la sua destra sociale che, forse un po' a sorpresa, si è schierato con Berlusconi. E anche perché viene considerato l'«avversario» ex An più temibile. Ha una grande visibilità, è il sindaco della Capitale, si muove in tandem con il Cavaliere e sta scalando il partito a livello nazionale. E poi perché la sua base, a differenza di quella di Gasparri-La Russa, è sempre stata tradizionalmente meno berlusconiana, l'attacco sarà più duro. Non è un caso che Fini ha scelto, nel comando delle operazioni romane, due colonnelli che provengono proprio dall'ambiente alemanniano: il sottosegretario Antonio Buonfiglio e l'eurodeputato Potito Salatto (gli altri due sono Claudio Barbaro e Aldo Di Biagio). I due tra l'altro si sfidarono proprio alle Europee e da lì iniziarono le crepe nel rapporto tra il sottosegretario alla Pesca e il sindaco di Roma. Il tentativo dei finiani, ora, è quello di saltare tutti i capicorrente di An, i capibastone, i leaderini locali. E puntare direttamente alla base, al mondo della destra. Proprio per questo Fini nei prossimi giorni alzerà sempre più spesso le vecchia bandiere delle tradizione missina. La legalità già la srotol

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