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Tutto è cominciato dalla celebrazione ad Onna

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Erail 25 Aprile del 2009. Il premier in visita nel paesino più colpito dal terremoto d'Abruzzo, dopo anni di assenza dalle celebrazioni della Liberazione, ad Onna il premier riconosce che «la Resistenza è uno dei valori fondanti della nazione». Tutto parte da lì, da quel giorno. Da quando il premier decise di festeggiare il 25 aprile in piazza. È vero che in quell'occasione Berlusconi, in un esercizio di verità e di onestà, chiese di ricordare che «anche chi combatteva dalla parte giusta commise errori ed assunse colpe». Ma la scelta di campo fu netta. «Questo non significa neutralità - sgombra il campo dalle polemiche -. Noi siamo dalla parte di chi ha combattuto per la nostra libertà, dignità, per l'onore della nostra Patria». Ecco perciò l'elogio della Resistenza, in cui italiani di fedi diverse e diverse culture «si unirono per perseguire lo stesso grande sogno: la libertà». Non solo. Nella piazza distrutta dal terremoto Berlusconi ammise che la Resistenza fu «una grande pagina della nostra storia, sulla quale si fonda la nostra legge fondamentale, la Costituzione». Estendendo l'omaggio perciò a padri costituenti comunisti e socialisti, come Togliatti, Terracini e Nenni, che insieme a leader di altra fede politica «riuscirono ad incanalare verso un unico obiettivo le profonde divisioni di partenza». Per il premier l'obiettivo che invece i padri costituenti mancarono di centrare fu «la costruzione di una comune coscienza morale della Nazione». Forse semplicemente perchè non era alla portata di quei tempi, in cui «per tutti si affermò come valore prevalente l'antifascismo, ma non l'antitotalitarismo». Ma ora che sono passati 64 anni, ora che è caduto il Muro di Berlino, per Berlusconi «il nostro compito, il compito di tutti è quello di costruire finalmente un sentimento nazionale unitario». Dopo aver pronunciato il discorso per le celebrazioni del 25 aprile a Onna, nel luogo in cui è stato eretto il monumento in memoria delle vittime di una strage nazista, il presidente del Consiglio, si avvicina ai reduci della brigata partigiana Maiella, l'unica che ha ricevuto la medaglia d'oro al valore, e indossa il fazzoletto con i colori della brigata. Prima di anader via si intrattiene a parlare con alcuni familiari delle vittime della strage nazista: «Sono cose veramente indegne è impossibile pensare che ci possa essere stata una ritorsione simile verso chi non aveva fatto nulla». Tutto parte da lì. Gia.Ron.

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