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Bocciati i matrimoni gay

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Roma, manifestazione contro l'omofobia

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«Inammissibile e infondato». La Corte Costituzionale non ha avuto dubbi e ieri ha rigettato i ricorsi sui matrimoni gay presentati dal tribunale di Venezia e dalla Corte di Appello di Trento per chiedere l'illegittimità di una serie di articoli del codice civile che impediscono le nozze tra persone dello stesso sesso. Una sentenza emessa dai Giudici della Consulta che, a quanto si apprende da alcune indiscrezioni, nelle motivazioni della decisione presa al termine di una seduta in Camera di consiglio dovrebbero puntualizzare che la regolamentazione dei matrimoni gay compete alla discrezionalità del legislatore. Un condizionale che in questo caso è d'obbligo dato che le motivazioni, scritte dal giudice costituzionale Alessandro Criscuolo, si conosceranno solamente nei prossimi giorni. E così, mentre l'agone politico si spacca tra favorevoli e contrari alla decisione, una nota dell'ufficio stampa della Corte costituzionale ha voluto sottolineare che la Consulta, «decidendo sulle questioni poste con ordinanze del Tribunale di Venezia e della Corte d'Appello di Trento, in relazione alle unioni omosessuali, ha dichiarato inammissibili le questioni stesse perché ritenute in contrasto con la Costituzione, in particolare, con gli articoli 2 (diritti inviolabili dell'uomo) e il 117, primo comma, (ordinamento comunitario e obblighi internazionali). Mentre, per quanto riguarda i meri ricorsi, questi sono stati considerati addirittura infondati in relazione agli articoli 3 (principio di ugualianza) e 29 (diritti della famiglia come società naturale e fondata sul matrimonio). Così, a suon di numeri, le speranze della coppia omosessuale di Venezia che si era vista negare dall'ufficiale di Stato civile del Comune le pubblicazioni di matrimonio e di quella di Merano che analogamente era ricorsa alla Consulta dopo il diniego posto alla sua richiesta di matrimonio da parte del comune di Trento, si sono infrante e ora confidano che sia il Parlamento a prendere una decisione anche se sono consapevoli che la strada è tutta in salita: « Le coppie gay - ha commentato il meranese Enrico Oliari, presidente di GayLib, associazione gay di centrodestra - sono riconosciute in tutta Europa occidentale ad esclusione di Grecia ed Italia e siamo ormai stati superati in materia persino da Colombia, Sudafrica e Paesi del Terzo Mondo. Sembra proprio che, per la nostra Nazione, partecipare all'Unione europea significhi soltanto moneta unica, quote latte e contributi per i caseifici». E infatti basta guardare ai lavori del Parlamento per vedere come tutte le proposte in materia, che si chiamassero Pacs, Dico o, per ultimi i Didore di Renato Brunetta e Gianfranco Rotondi, siano tutte miseramente naufragate. Ad esultare invece ci ha pensato il Moige, Movimento Italiano Genitori, che, dopo aver commentato con soddisfazione la decisione della Consulta, è tornato a ribadire i propri principi: «La sponsalità e la coniugalità sono peculiarità proprie della famiglia naturale».

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