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"Sanzioni per Santoro", ma Michele canta vittoria

Michele Santoro

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Rai per una notte, la serata evento organizzata da Michele Santoro e dalla Fnsi al Paladozza di Bologna, ottiene oltre il 13% di share, secondo i primi dati Auditel resi noti dallo stesso Santoro. L'evento è stato trasmesso in diretta televisiva sulle piattaforme satellitari, analogica e digitale. Leggendo gli stessi dati, secondo il giornalista, Rai e Mediaset avrebbero perso 10 punti di share. «Si profila un risultato straordinario», dice il giornalista commentando i dati di ascolto della serata.   «Secondo alcuni legali interni, Michele Santoro può aver violato la par condicio e il contratto di esclusiva. Valuteremo in mattinata. Se ci saranno infrazioni proporrò in cda di sanzionarlo». È quanto afferma al Corriere della Sera il consigliere Rai di area belusconiana, Antonio Verro, sullo show anti-censura condotto ieri da Michele Santoro a Bologna. «Santoro - spiega Verro - è un signore dipendente Rai. Che percepisce uno stipendio dall'azienda ed è tenuto a rispettare obblighi contrattuali». «Non ho mai ricevuto telefonate di Silvio Berlusconi» replica invece il consigliere Rai alla domanda se il premier abbia protestato dopo lo show di Santoro. «Poi, certo - aggiunge - so come la pensa». IL PARERE DEL SEGRETARIO DEL PD: Raiperunanotte, la trasmissione condotta ieri sera da Santoro da Bologna, «dimostra che la censura nei tempi moderni è inutile, è un'assurdità, può perfino essere un boomerang». Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, è intervenuto in collegamento telefonico con Unomattina sul tema della par condicio invitando ironicamente il presidente del Consiglio ad avere «un atteggiamento meno ossessivo. Il premier - ha detto - non si accontenta mai» pur essendo «ben piazzato nel sistema dell'informazione». Guardando allo stato dell'informazione in Italia Bersani ha poi sottolineato che «non siamo assolutamente a posto: ci sono pressioni indebite e non si è mai visto che in piena campagna elettorale si chiudono 4 giornali in un mese. Se al premier non piace una trasmissione - ha quindi concluso - può cambiare canale, come fanno tutti i cittadini. Ma non tolga agli italiani la possibilità di scegliere».

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