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E ora Fini si sbilancia "Renata una garanzia"

Gianfranco Fini e Renata Polverini

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Prima un caffè al bar delle Nazioni. Giusto il tempo per confessarsi che «momento straordinario è la campagna elettorale». Poi Gianfranco Fini e Renata Polverini s'infilano assieme in una saletta angusta per un para-convegno sul volontariato. In realtà è l'occasione per il presidente della Camera per rientrare in campagna elettorale. La manifestazione, d'altro canto, ha il sapore elettorale: sulle sedie ci sono i depliant della candidata del centrodestra, il proiettore illustra come votare. E anche il cofondatore del Pdl mantiene, almeno nella prima fase, un profilo istituzionale ortodosso: «Come cittadino desidero esprimere a Renata Polverini, Emma Bonino e Marsia Marzoli un ringraziamento per il buon esempio dato perché non so quanti hanno messo in evidenza che sono tre donne ad essere candidate in una delle più importanti regioni d'Italia».   Fini afferma di aver apprezzato soprattutto il fatto che la propaganda si è concentrata su «temi reali» e su «aspetti che riguardano il governo di una Regione». Poi comincia a sbilanciarsi un po' e dice, ma solo per fare un esempio, che Renata Polverini «ha impostato la sua campagna elettorale sulla strategia dell'ascolto per unire risposte positive a responsabilità negli ambiti reali di intervento di una Regione. Le candidate non si sono risparmiate e meritano una risposta in termini di partecipazione». Fa un altro passettino in avanti. O meglio a destra e si rivolge proprio all'elettorato di centrodestra che vorrebbe astenersi per quelle che si limita chiamare «le note vicende»: «Laddove non ci dovesse essere una grande partecipazione, anche in ordine alla mancata presentazione di una lista, si penalizzerebbe l'impegno messo in campo. Quello della campagna elettorale, l'ho detto e mi piace sottolinearlo, è uno dei momenti più belli della politica».   Infine si dichiara: «Ritengo una candidatura come quella di Renata Polverini una garanzia di buona politica. Non si può parlare di un mercato del lavoro flessibile che diventa un mercato di precarietà. Da questo punto di vista, Renata Polverini, con il suo passato di sindacalista, ha il giusto background per garantire una buona politica».  

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