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Di Girolamo, sì alle dimissioni "Ma io non sono il diavolo"

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Nicola Di Girolamo nell'aula del Senato

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L'aula del Senato ha approvato a scrutinio segreto le dimissioni del senatore Nicola Di Girolamo. I voti favorevoli sono stati 259; i contrari 16; gli astenuti 12. In seguito al voto Di Girolamo non è più senatore. Di Girolamo, dopo aver letto la lettera di dimissioni e aver fatto un breve intervento a braccio, ha lasciato l'Aula intorno alle 10. Prima di uscire dall' emiciclo, Di Girolamo ha incassato gli applausi della maggioranza e ha stretto qualche mano. Come confermato dal suo legale Paolo Dell'Anno, Di Girolamo si è costituito in serata alle forze dell'ordine per essere poi trasportato a Rebibbia. Non sono il diavolo - "La mia non è una storia criminale". Queste le parole pronunciate da Nicola Di Girolamo - coinvolto nella vicenda del presunto maxiriciclaggio e per il quale la procura di Roma ha chiesto la misura della custodia cautelare - in apertura della seduta del Senato. Di Girolamo ha letto il testo integrale della lettera al presidente del Senato, spiegando di non aver portato nell'Aula l'indegnità della criminalità organizzata."Non ho portato in Senato la 'ndrangheta- ha detto - ha detto confermando le sue dimissioni da senatore - Non sono Lucifero e non sono un untore, e per questo non faccio i nomi dei colleghi che vorrei ringraziare".  "Vorrei che per questa mia vicenda non scontassero innocenti, oltre alla mia famiglia  - ha contuniato il senatore dimissionario -  Penso alla comunità degli italiani all'estero, che vanno considerati parte di un circuito virtuoso, una risorsa preziosa per il Paese e non un problema, come sono stati invece considerati in questi giorni". Il Senato ha accolto queste parole con un applauso.   Applauso incredibile - "Neanche nelle più pessimistiche ipotesi potevamo immaginare che la conclusione dell'intervento del senatore Di Girolamo potesse concludersi con un caloroso, prolungato applauso da parte dei senatori della maggioranza", ha detto la presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro rivolgendosi alla vicepresidente del Senato Rosy Mauro, commentando l'assenza in Aula dei senatori del Pdl. Solo solidarietà umana - Carlo Giovanardi ha poi preso la parola per replicare alle affermazione della Finocchiaroe  ha spiegato che quando si tratta di decisioni che rigurdano lo status dei senatori il governo in quanto tale non può partecipare nè deve essere presente alla discussione. Il sottosegretario ha anche polemizzato, nella sua veste di senatore, con l'opposizione accusandola di aver trasformato un applauso di solidarietà umana a chi abbandona il Parlamento con un gesto di valenza politica.  

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