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Sgambetti radicali, quel partito che da sempre beffa la politica

Emma Bonino fa festa con Marco Pannella

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Si consoli Milioni se i radicali gli hanno fatto fare la figura del pollo. Non è stato il primo e non sarà l'ultimo. Altri politici ben più navigati di lui hanno dovuto fare i conti con la pattuglia di Pannella, capace di passare dalla prima alla seconda Repubblica, dal sostegno a un polo all'altro con naturale disinvoltura. Si consoli se può Milioni, stavolta è toccato a lui conoscere da vicino i presunti paladini della non violenza. Ma sicuramente dei rompiscatole unici nella storia d'Italia. Ci pensi lo sfortunato sbertucciato d'Italia. Pensi a quel Pd, grande partito con i dirigenti che hanno fatto scuola politica nella prima Repubblica e che costretti ad appoggiarsi alla Bonino nel Lazio, speravano almeno di vedersi ricambiato il favore in altre regioni. Neanche per sogno, Bonino e Pannella sono ricorsi alla vecchia arma del digiuno per attaccare la compagnia di Bersani perché non li aiutava in Lombardia a raccogliere le firme. Non solo, ma fallito il tentativo, hanno denunciato irregolarità nelle liste dei due candidati presidente. Penati ha superato l'ostacolo. Formigoni no. Ma hanno protestato anche in Emilia contro il candidato della Sinistra. Non fanno sconti a nessuno. Eppure i dirigenti della sinistra dovrebbero avere un po' di memoria, perché cambiano i tempi, ma i sistemi restano gli stessi. Partiamo da lontano. Il vecchio Pci aveva una caratteristica, quella di mettersi in fila prima della presentazione delle liste per ottenere il primo posto in alto a sinistra nelle schede. Una tradizione che facilitava la campagna elettorale. Per decenni nessuno aveva pensato di mettere i bastoni tra le ruote a Botteghe Oscure. Ci pensò Pannella, che nel 1976 organizzò dei presidi per ostacolare il Pci. Ne seguirono risse, anche prepotenze davanti ai tribunali di tutta Italia. E i militanti del Pci, non erano come Milioni, menavano. Così una mattina di maggio del '76 Pannella pensò bene di presentarsi a Botteghe Oscure per protestare con Berlinguer. Voleva entrare per forza e si prese uno schiaffone per la gioia dei fotografi. Ma alla fine il Pci fu costretto ad accettare il sorteggio per i posti. Anche per il forte e organizzato Pci, Pannella fu una spina nel fianco. Lo fu per le allenze di fatto con i gruppi estremistici, per l'opposizione alla legge Reale e quella sul finanziamento pubblico. Lo fu per le battaglie che mettevano in imbarazzo la sinistra con i propri elettori: oltre aborto e divorzio, eutanasia liberalizzazione delle droghe. Alleati in alcune battaglie, e nemici subito dopo. Denunce, scioperi della fame, contestazioni legali. Proteste, lotte, mobilitazioni, tutte sempre da non violenti. Già, e se non era così, era colpa di infiltrati. Cambiano gli anni, ma la musica è la stessa. Alleati, ma sempre fino a un certo punto. Nel '94 con Berlusconi, poi con il centrosinistra. Sempre armati di pattuglie di avvocati. Meticolosi conoscitori di leggi e leggine. Pochi ma presenti ovunque. Così non salta in mente al Pd di andare a contare le firme a Formigoni. Ci pensano i radicali. Ed è così a Roma. Alle 12 alla scandenza dei termini per la presentazione delle liste, non c'era il Pd a boicottare i rivali del Pdl. Erano i radicali presenti. Con tutto il loro armamentario, resistenza passiva, confusione. E il risultato l'hanno raggiunto, per ora. Ma Bersani non gongoli. Prima o poi toccherà anche a lui. Tangentopoli, la caduta del Muro hanno cancellato i vecchi partiti, meno uno. Quello di Pannella.

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