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Arriva la holding taglia poltrone

Il sindaco Gianni Alemanno

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Il Campidoglio accelera sulla holding per le società partecipate. Sfoltimento delle poltrone, tagli alle consulenze esterne, accentramento delle decisioni al Comune e ripiano dei deficit. Sono questi gli obiettivi che si pone il piano che ridisegna l'assetto e la governance delle società controllate dal Comune di Roma alle quali sono affidati i servizi: da quelli pubblici locali a quelli di tipo strumentale utilizzati dall'amministrazione capitolina. Le nove società controllate al 100% dal Campidoglio (Ama, Atac, Roma Serbizi per la Mobilità, Roma Patrimonio, Roma Metropolitane, Risorse per Roma, Roma Entrate, Zétema e Servizi Azionisti Roma) e le circa cento partecipate, dovranno rispondere a nuove regole di governance che porteranno a una revisione dei contratti di servizio e alla creazione di una vera e propria capogruppo.   Il piano da cui nascerà questa superholding che porta la firma dell'assessore al Bilancio, Maurizio Leo, dovrebbe essere operativo dal 1° gennaio 2011. La prima delibera riguardante le società partecipate al 100% dal Campidoglio dovrebbe essere votata domani dalla Giunta e a stretto giro passerà al vaglio del Consiglio. A questa seguiranno altre quattro delibere. Il Campidoglio predisporrà annualmente gli indirizzi e le direttive che le società dovranno recepire nel piano industriale triennale e in quello gestionale annuale. In Campidoglio si aspettano resistenze dalla dirigenza; la riorganizzazione metterà un filtro alle spese e porterà al taglio di numerose poltrone. Partiamo dal primo punto, ovvero la tenaglia sulle spese. Sarà introdotta nelle società la figura del «dirigente preposto», porposto dal Comune, che avrà il compito di controllare la gestione aziendale, si occuperà della redazione dei documenti contabili e metterà in campo quelle procedure amministrative e contabili per la formazione del bilancio. È previsto anche il coinvolgimento di un soggeto esterno alla società per la revisione dei conti. Il piano prevede anche un sistema di reporting ovvero che la società informi costantemente l'amministrazione comunale sull'andamento generale della gestione economica e finanziaria, sulle operazioni di maggior rilievo effettuate e sugli esiti delle attività svolte dalle funzioni cui sono assegnate responsabilità di controllo. Alle società saranno applicate le regole civilistiche valide per il controllo delle società private e quelle fiscali per i risparmi sulle imposte. Questo significa poter compensare con il consolidato le perdite fiscali di una società con gli utili di un'altra. La superholding avrà una struttura snella, il che significa riduzione delle poltrone. Come? Il piano prevede per le nove società partecipate al 100% dal Comune di Roma, l'eliminazione del vicepresidente e il divieto di costituire comitati particolari (di gestione e di studio) dentro i consigli d'amministrazione. Si tratta di strutture che svolgono funzione di consulenza e che fanno lievitare le spese. Per le società strumentali, ovvero quelle che svolgono servizi per la stessa amministrazione comunale (tra queste Zétema Progetto Cultura, Roma Entrate, Risorse per Roma) potrebbe essere introdotto un amministratore unico al posto del consiglio d'amministrazione oppure un cda con al massimo tre componenti.  

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