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Voto all'estero, è polemica

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Il presidente del Senato, Renato Schifani

Schifani: "Il Senato ora decide"

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Il caso Di Girolamo ha scatenato aspre polemiche nel mondo politico. Il parlamentare è accusato dai magistrati di essere stato eletto tra gli italiani all'estero con i voti della 'ndrangheta. Il presidente del Senato è tornato sulla questione: "La legge per l'elezione degli italiani  all'estero è' una legge che va immediatamente cambiata,  perchè il voto per corrispondenza è uno scandalo". La seconda carica dello Stato ha poi spiegato: "Consente tipologie di attività illecite, l'acquisizione del voto a volte pagandolo. Dobbiamo - ha aggiunto -immediatamente procedere alla rivisitazione del voto per corrispondenza e affermare regole di pulizia attraverso cui si garantisca l'effettività di residenza all'estero dei candidati". Così maggioranza e opposizione si interrogano sulla questione più ampia del voto all'estero. Il Pd "È positivo che da parte di Schifani e Pisanu ci sia accordo nel modificare la legge elettorale per gli italiani all'estero. Il Partito Democratico sostiene da tempo che la modifica è assolutamente improcrastinabile. È necessario innanzitutto eliminare il voto per corrispondenza che è fonte di vero scandalo. Noi proporremo un testo in Parlamento e siamo disponibili a confrontarci per arrivare a un ampio consenso.» Lo ha dichiarato Francesco Tempestini, capogruppo Pd in commissione Affari Esteri. L'Italia dei valori Da tempo Italia dei Valori insiste sulla necessità di cambiare la legge elettorale per l'elezione dei parlamentari italiani all'estero. In tempi non sospetti è stata depositata una mia proposta di legge per introdurre il voto elettronico e abolire quello per corrispondenza». Lo afferma in una nota Antonio Razzi, deputato Idv eletto nella circoscrizione Europa. «Il voto elettronico - aggiunge Razzi - è l'unica modalità che permette di scongiurare i brogli elettorali, irregolarità che si sono sistematicamente ripetute sia nelle elezioni del 2006 e quelle del 2008. Se il centrodestra ha intenzione seriamente di modificare il sistema di voto all'estero calendarizzi la nostra proposta di legge e la porti subito in Parlamento». Intanto tocca di nuovo all'Aula del Senato decidere se Nicola Di Girolamo potrà ancora sedere tra gli scranni del Senato senza che sulla questione della sua decadenza per irregolarità nell' elezione in un collegio estero torni ad occuparsene la Giunta delle elezioni e delle Immunità che è invece occupata a vagliare la richiesta di arresti per riciclaggio. Questo perchè è stata l'Aula il 29 gennaio 2009 a bloccare il verdetto su Di Girolamo della Giunta in attesa della conclusione del processo di primo grado. L'Ufficio di presidenza della Giunta ha in sostanza respinto la richiesta del presidente del Senato, Renato Schifani, di riconsiderare quella vicenda alla luce dell' inchiesta della Procura di Roma e ha confermato il calendario già fissato nei giorni scorsi circa l'autorizzazione all'arresto per riciclaggio e criminalità organizzata. Quindi sulla sorte di Di Girolamo per quella vecchia storia della finta residenza in Belgio deciderà l'Aula del Senato, probabilmente mercoledì prossimo, visto che il presidente Schifani proporrà quella data alla Conferenza dei capigruppo convocata per martedì. «La decisione spetta all'Aula», ha detto il presidente della Giunta, Marco Follini sottolineando, non senza una punta polemica, che, «il pensiero della Giunta e del suo presidente si è formato nell'ottobre 2008 e tale è rimasto». «Su questa questione - osserva il senatore dell'Idv Luigi Ligotti - c'è un deliberato dell'Aula che ci vincola e deve essere l'Aula a cambiarlo, noi la nostra parte gia l'abbiamo fatta». Follini ha annunciato l'invio di una lettera con le deliberazioni formali dell'ufficio di presidenza dove, in sostanza, si spiega che la Giunta non può riprendere in mano la questione della decadenza di Di Girolamo «alla luce dei fatti nuovi» emersi nell' inchiesta sul riciclaaggio, come chiesto ieri dal presidente del Senato, anche perchè questo porterebbe a un allungamento dei tempi con un effetto opposto a quello desiderato dallo stesso Schifani. Nel frattempo la Giunta andrà avanti nel suo lavoro sulle carte inviate dalla magistratura con un'audizione martedì prossimo alle 12.00 del senatore del Pdl. Se non sarà «dimesso» prima, l'Aula potrebbe votare già tra due settimane sulla richiesta di arresto per riciclaggio e criminallità organizzata, come ha annunciato il senatore del Pdl Lucio Malan  

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