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I vigili urbani sotto inchiesta

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Aconfermare il provvedimento è il comandante generale dei Vigili Urbani di Roma, Angelo Giuliani. Un'azione divenuta necessaria per individuare le giuste responsabilità: da accertare la posizione del funzionario appartenente al Comando di Monte Sacro e di altri due vigili urbani in forza al II Gruppo. Riassumendo la vicenda, nell'intercettazione del Ros viene fuori una telefonata del 2 settembre 2009 in cui un funzionario dei Vigili Urbani del Municipio Monte Sacro garantisce a Sotis l'eliminazione di una multa presa il giorno prima quando una pattuglia del II Gruppo lo aveva sanzionato. Motivo dell'ammenda: era alla guida della sua auto e parlava al telefonino senza utilizzare un auricolare o un apparato vivavoce. Il giorno della multa il presidente del centro sportivo, sostenendo di avere solo una mano alla tempia e di non star conversando tramite telefonino, chiese subito aiuto a Simone Rossetti, direttore del circolo; questi lo mise in contatto, appunto, con il vigile urbano «amico» e pronto a tutto. «Abbiamo avuto conferma del verbale riguardante la telefonata – sottolinea il dottor Giuliani – Subito abbiamo avviato l'indagine amministrativa e giudiziaria interna sui tre componenti della Polizia Municipale romana coinvolti nella vicenda. Procediamo come sempre nella massima trasparenza e velocità. A breve dovremmo concludere la ricerca così da giungere a un risultato che porti a un inquadramento completo e certo dei fatti». Chiusa nel più assoluto riserbo la dottoressa Olivia Sordoni, comandante del IV Gruppo. Si fanno però sentire le opinioni di alcuni appartenenti al suo distaccamento. I vigili urbani prendono le distanze, offesi o amareggiati per un episodio che getta un'ombra sull'operato della Polizia Municipale «dopo tanti anni di lavoro, sofferenze, per strada con ogni tempo, il tutto per pochi soldi». Reagiscono nei modi più differenti quando vengono a sapere di un loro collega intercettato dagli investigatori del Ros e di quello che avrebbe fatto. Basta girare pazientemente per la sede in via Flavio Andò. C'è chi si gira e non dice nulla sulla vicenda, o che per poco non manda a quel paese, oppure capace solo di dire, «sapeste quanti vengono qui per farsi togliere le multe. Fossero questi i problemi». Ma le valutazioni di altri loro colleghi giungono ben chiare. «Il nostro è un lavoro difficile, molto povero di riconoscimenti – sottolinea un vigile – Operiamo tutto il giorno e la notte, con qualsiasi tempo, tenendo d'appresso alle nuove ordinanze del sindaco, monitorando un territorio, quello del IV Municipio, grande e popolato quasi quanto una città come Bologna, il tutto con una forte carenza d'organico». «Dopo tutto questo, ecco che viene fuori un fatto del genere che non ci fa bene – continua - Tanti sacrifici, poche gratificazioni, ben poca gloria al posto dei soldi che ci vorrebbero e c'è chi, fra noi, ci mette pure in cattiva luce». Fra i corridoi del comando del IV Gruppo si cerca il funzionario che sta al centro di questa bufera scatenata dalle intercettazioni del Ros: lavora alla sezione di «polizia stradale-infortunistica». Ieri non era in servizio, impossibile contattarlo, comprendere meglio. «Amarezza e un po' di rabbia – prosegue una vigilessa – Non avevamo bisogno di una simile pubblicità. Se tutto sarà confermato e i magistrati agiranno di conseguenza, non potremo che soffrirne. C'è tutta una realtà di lavoro, di dedizione, di buona volontà nonostante la carenza di mezzi, che viene messa in secondo piano. Già quando si parla di noi, 99 volte su cento, vengono messi in luce solo aspetti negativi. Adesso sarà ancora peggio». «Comprendo l'amarezza dei colleghi, il sentimento di quanti portano la stessa divisa e si dedicano a questo lavoro con grande dedizione – aggiunge il comandante Giuliani – Tutto potrebbe trasformarsi anche in forte delusione se i fatti dovessero essere pienamente confermati».

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