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Il Pdl fa muro sulle accuse: "Guido non si tocca"

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Silvio Berlusconi e Guido Bertolaso

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Gruppi di sostenitori sui social network, manifesti e cartelloni dei «Bertolaso's boys» su e giù per la Penisola, attestati di stima in tutte le salse. Intorno a Guido Bertolaso si è scatenato un vero e proprio cordone di protezione, politico e non. Certo, è un punto di forza per il capo della Protezione Civile, e come lui stesso ha detto più volte, «di orgoglio per quanto fatto per il Paese». Ma continuano ad essere giorni difficili, «carichi di stress». Bertolaso è stanco, e forse anche un po' arrabbiato «per essersi fidato di qualche persona sbagliata» nell'ambito dei lavori del G8 alla Maddalena. Resta fiducioso però, come spiegano tra i fedelissimi, che alla fine la verità verrà fuori, «questo equivoco sarà chiarito».   È determinato ad andare avanti, nonostante tra gli schieramenti politici si sia sollevato un vero e proprio polverone di polemiche, con il Pd (dopo l'Idv) che chiede le sue dimissioni e il Pdl che replica con un secco «non se ne parla». In primis c'è Berlusconi (ieri tornato in Sardegna dopo mesi di assenza) il quale continua a difendere a spada tratta il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, chiedendogli di restare inchiodato al suo posto. Il premier teme però che, come strumento di campagna elettorale, ci possano essere altre offensive giudiziarie verso uomini a lui vicini (attacco indiretto quindi alla sua persona). Il Cavaliere chiede ai suoi compattezza nella difesa di Bertolaso: ed infatti sono scesi in campo tutti, da Gianni Letta ai vertici della maggioranza e di governo. «Possibile che Bersani non abbia la forza di esprimere parole diverse da quelle pronunciate da Di Pietro?», si chiede il coordinatore del Pdl, Sandro Bondi. E lui? Chi lo ha visto negli ultimi giorni lo descrive come «stanco fisicamente», ma voglioso che tutta questa storia venga chiarita. In tutti i suoi colloqui, pubblici e privati, spiega di voler essere ascoltato il prima possibile dai magistrati. «È la cosa più urgente da fare - tuona il presidente Pdl dei senatori Maurizio Gasparri - affinché la magistratura possa ascoltare le sue affermazioni». Nel frattempo lui aspetta. Nei palazzi della politica i rumors sul suo conto si rincorrono: c'è chi lo da ancora dell'idea di dimettersi («Tutte falsità», dicono dal suo staff), chi ostinato più di prima ad andare avanti per la sua strada, chi addirittura preoccupato per il provvedimento che martedì prossimo arriverà alla Camera per la creazione di «Protezione Spa». Anche su questo punto, sebbene la maggioranza sia spaccata sulla reale esigenza di portare a casa l'obiettivo, Berlusconi non ha alcuna intenzione di mollare. Nel frattempo ieri un forte segnale di affetto al «loro capo» è arrivato dalla stessa Protezione Civile. È successo a Torino, in occasione di un convegno sulle nuove sfide del volontariato. Dal capoluogo piemontese si è deciso di far arrivare con grande fermezza la propria solidarietà al "grande capo" sotto inchiesta e ribadire il proprio orgoglio di appartenenza ad un organismo che è un modello per il mondo. Quando Agostino Miozzo, responsabile delle relazioni internazioni del Dipartimento, ha pronunciato al microfono il nome "Guido" è scattato un lungo applauso. Tutti in piedi, tra lacrime, inni e slogan per sancire la ribellione alle accuse contro Bertolaso.  

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