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Giustizia, il legittimo impedimento approda alla Camera per l'esame

La Camera dei Deputati

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{{IMG_SX}}Il legittimo impedimento al testo, che dovrebbe consentire al premier di essere esonerato dai processi, arriva domani in aula alla Camera per essere approvato entro giovedì. Il calendario è serrato: domani alle 11 l'aula di Montecitorio voterà le pregiudiziali di costituzionalità presentate dal Pd (primo firmatario Dario Franceschini) e dall'Idv. Poi si passerà all'esame degli emendamenti (oltre 150). Mercoledì cominciano le dichiarazioni di voto, mentre il voto finale arriverà entro giovedì. Il Pd con il capogruppo Dario Franceschini ribadisce il no al provvedimento e promette un opposizione ferma e intransigente. Diversa la posizione dell'Udc che per prima ha presentato un ddl per il legittimo impedimento a firma di Michele Vietti. Pierferdinando Casini è convinto che per rasserenare il clima sia necessario un provvedimento ponte - in attesa di un Lodo Alfano per via costituzionale - che consenta a Silvio Berlusconi di governare senza l'assillo dei processi. L'Udc, però, vuole che il legittimo impedimento riguardi solo la figura del premier e non sia esteso, come invece è previsto dal testo che domani arriva in aula, anche ai ministri. In questo caso, secondo quanto riferisce il vicecapogruppo Pdl alla Camera Italo Bocchino, i centristi potrebbero astenersi al momento del voto. Casini, si riserva di esaminare gli emendamenti presentati al testo: "Se il ddl riguarda il presidente del Consiglio e non ci sono altri vagoni, votiamo a favore. Se invece le cose cambiano, dobbiamo vedere". Il relatore del provvedimento Enrico Costa ha presentato sei emendamenti al testo. Due le proposte di modifica più significative: quella che attribuisce alla stessa presidenza del Consiglio il compito di attestare l'esistenza del legittimo impedimento (autocertificazione) e la possibilità di farlo valere soltanto se il premier o i ministri sono coinvolti come imputati nel processo e non quando sono parte lesa. Inalterata rimane la natura provvisoria della legge le cui norme si applicheranno «fino all'entrata in vigore della riforma della legge costituzionale recante la disciplina organica delle prerogative del presidente del Consiglio dei ministri e dei ministri nonchè delle modalità di partecipazione degli stessi ai processi penali e, comunque, non oltre 18 mesi dalla entrata in vigore della presente legge salvi i casi previsti dall'articolo 96 della Costituzione, al fine di consentire al presidente del Consiglio dei ministri e ai ministri il sereno svolgimento delle funzioni loro attribuite dalla Costituzione e dalla legge».

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