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Napolitano rende omaggio a Craxi ma con lo statista era scontro

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, di spalle, nel corso dell'incontro con la Fondazione Bettino Craxi

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 Per valutare appieno il lungo e solidale messaggio che il presidente della Repubblica ha voluto inviare alla vedova nel decimo anniversario della morte di Bettino Craxi bisogna sapere che negli ultimi anni di vita i rapporti del leader socialista con Giorgio Napolitano avevano subìto un forte peggioramento.Si era anzi consumata fra loro un'autentica rottura, senza più distinzioni, o quasi, fra i vertici dell'ex Pci e quello che era stato per lunghi anni il leader della corrente comunista più vicina o meno lontana dai socialisti: quella dei cosiddetti miglioristi, come si preferiva allora chiamare i riformisti, tanto puzzava il termine «riformismo». Quando lasciò l'Italia, a ridosso delle elezioni politiche del 1994, per rifugiarsi definitivamente nella sua casa di Hammamet, Craxi considerava anche Napolitano responsabile di quello ch'egli definiva «un clima infame». Nel quale la sinistra ex o post-comunista si era liberata, a suo avviso, degli avversari politici lasciandoli ghigliottinare come corrotti e mafiosi dalle Procure e dai giornali. Di Napolitano, peraltro insediatosi con il suo appoggio alla Presidenza della Camera nel 1992, in sostituzione di Oscar Luigi Scalfaro, eletto sempre con il suo appoggio alla Presidenza della Repubblica, Craxi non aveva condiviso neppure la decisione di mettere in votazione a Montecitorio le richieste di autorizzazione a procedere contro di lui nella stessa giornata in cui si doveva accordare la fiducia al governo appena costituito da Carlo Azeglio Ciampi. La cui sorte rischiò di essere compromessa dalle proteste levatesi contro il no opposto a scrutinio segreto dai deputati ad alcuni dei processi richiesti contro il leader socialista. I ministri del Pds e l'allora verde Francesco Rutelli si dimisero dal governo per ritorsione. Occhetto andò a pronunciare a Piazza Navona un discorso incendiario, al quale seguì l'incivile lancio di monetine e insulti contro il leader socialista all'uscita dal vicino albergo in cui abitava. Nel 1997, quando confezionò una serie di litografie sui «bugiardi ed extraterrestri» che, secondo lui, avevano negato o finto d'ignorare il carattere generalizzato del finanziamento illegale della politica, Craxi vi incluse Napolitano, oltre a Scalfaro, l'ormai ex segretario del Pds Achille Occhetto, il direttore della «Repubblica» Eugenio Scalfari e l'ex presidente del Senato Giovanni Spadolini. Del quale però, essendo morto nel 1994, evitò la foto per sostituirla con un vuoto manifesto funerario. Per quanto ferito da quella iniziativa, comprendendone evidentemente il contesto emotivo, Napolitano a dieci anni dalla morte ha voluto onorare la memoria del leader socialista e lamentare con nobile equanimità «la durezza senza eguali» patita allora. Egli ha inoltre riconosciuto quel «brusco spostamento degli equilibri nei rapporti tra politica e giustizia» di cui Craxi fece le spese. E che purtroppo alcuni vorrebbero conservare per danneggiare questa volta Silvio Berlusconi.  

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