"Bersani dialoghi e garantirà la sua leadership"
«Ci stanno attaccando per coprire le loro difficoltà sulle candidature per le regionali». Il capogruppo del Popolo della Libertà al Senato Maurizio Gasparri commenta così il «niet» di Pier Luigi Bersani ad un confronto sul tema della giustizia. Senatore, è ricominciata la guerra con il Pd sulla giustizia. Cosa ne pensa degli attacchi di Pier Luigi Bersani e di quelli della capogruppo del Pd a Palazzo Madama Anna Finocchiaro al maxiemendamento predisposto da Giuseppe Valentino (Pdl) sul testo sul processo breve? «Questo atteggiamento mi sembra privo di motivazioni reali. Il provvedimento non riguarda il "processo breve", come lo definiscono in molti, ma riguarda il ddl sulla ragionevole durata dei processi. Già dalla sua stesura originale il provvedimento prevedeva una durata minima di nove anni per i vari gradi di giudizio, con limiti superiori per i reati più gravi. Ora, con l'emendamento depositato dal senatore Valentino i tempi previsti per i processi si allungano ulteriormente. Le critiche della sinistra sono pretestuose». La loro posizione è coerente? «La Finocchiaro ed altri esponenti hanno presentato proposte analoghe per avere tempi certi sulla giustizia con termini più stringenti. Anzi, noi abbiamo dimostrato di essere meno severi di loro. I nostri tempi sono più lunghi di quelli che prevedeva la sinistra. La certezza dei tempi della giustizia è un esigenza democratica che ci è imposta anche dalle norme generali dell'Unione europea». È rimasto sorpreso da questa levata di scudi contro la maggioranza? «Temevo questa accoglienza da parte del Pd. Conosco questo modo di fare della sinistra, soprattutto in questo momento di difficoltà che il partito di Bersani sta vivendo. Basta vedere quello che è successo nella vicenda sulle candidature in Puglia. Con queste urla contro di noi stanno cercando di coprire le loro difficoltà. Nella discussione che comincerà oggi al Senato sottolineeremo che il Pd, con la senatrice Anna Finocchiaro, aveva tenuto un atteggiamento diverso su questi temi. Ci auguriamo che questo avvio di confronto su queste leggi ordinarie non comprometta il dibattito sulle riforme costituzionali». Pensa che Bersani tenga questo atteggiamento per dimostrare che il suo partito è agguerrito in vista delle prossime Regionali? «La scadenza elettorale li spinge indubbiamente ad alzare i toni dello scontro. Il Pd sta scontando una gravissima crisi politica interna. I Democratici non trovano i candidati per le Regionali. Basta vedere quello che è accaduto in Puglia e nel Lazio, dove il Pd si è fatto dettare l'agenda dall'Italia dei Valori e poi dai Radicali. Quindi è comprensibile che alzino la voce per coprire il proprio vuoto politico». Si aspettava queste incertezze e questi tatticismi da parte di Bersani o li ritiene parte di un copione scritto? «Mi sembra che i segretari del Partito democratico hanno tentato di giocare la carta dell'antiberlusconismo. Walter Veltroni e Dario Franceschini hanno fallito questa strategia. Bersani dovrebbe avere più coraggio in questo perché il dialogo con la maggioranza garantirebbe la sua leadership politica».