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Il popolo invisibile abita al Terminal 1

Senzatetto all'aeroporto di Fiumicino

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Il popolo invisibile dell'aeroporto di Fiumicino vive nei sottoscala e tra le panchine dei terminal. Si confondono con i passeggeri stravolti ma si possono individuare con facilità. Sono circa una ventina i senzatetto con dimora ormai fissa al Leonardo Da Vinci. Quando fa freddo approfittano dei sedili delle calde sale di attesa, altrimenti costruiscono bivacchi abusivi in aree nascoste dell'immenso universo aeroporto. Meta preferita il T1, meno frequentato: scelgono in particolare gli angoli nascosti proprio vicino agli ascensori esterni, dove i sottoscala offrono ripari eccellenti. Scatoloni, rifiuti e coperte testimoniano la loro presenza, insieme al riconoscibile puzzo di urina. Ci sono Michele e Nerone, chiamato così per i suoi lunghi capelli neri, ormai conosciuti da tutti, dipendenti e forze dell'ordine. La maggior parte di loro è assolutamente innocua. Passano le giornate gironzolando in cerca di panini lasciati dai passeggeri di corsa e accettano volentieri le coperte offerte dall'addetto di passaggio. Svetlana è una di loro. Quarant'anni ma ne dimostra 20 di più. La vita sulla strada ti spezza dentro e ti riduce ad un essere trasparente agli occhi di chi ti passa accanto. È ucraina e da un anno, 365 giorni, vive dentro il Leonardo Da Vinci, girando con i suoi carrelli stracolmi di vestiti e cibo. «Sto bene qui – racconta sorridente e con grande dignità in un italiano perfetto – la gente mi aiuta e nessuno mi dà fastidio. Solo la notte si ha paura perché i terminal diventano terra di nessuno». A pochi passi dalla sua casa, il terminal 1, c'è chi invece, tra i barboni, le regole non le rispetta e ha inventato una piccola truffa ai danni del passeggero di turno. Alcuni senzacasa prendono, o meglio rubano, i carrelli per il trasporto bagagli, che costano un euro, da inserire come quelli del supermercato, e che devono essere raccolti solo dagli addetti preposti; poi girano tra i parcheggi, aspettano di incrociare il viaggiatore carico di valigie e gli offrono di affidarglielo, non prima di vedersi sborsare il famoso euro. Esiste un progetto, ancora preliminare, che consisterebbe nell'assistere e risistemare questi senzatetto in strutture apposite, da coordinare con i comuni di Roma e Fiumicino. Intanto però, con il gelo in arrivo, nessuno con un po' di umanità li caccerebbe via. Ma resta comunque il contrasto tra l'immagine di un aeroporto iper-sorvegliato e i suoi angoli nascosti agli occhi di tutti.  

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