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Teheran guadagna un mese per i negoziati sul nucleare

Ahmadinejad

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TEHERAN - Ancora un mese per cercare di trovare un accordo sul nucleare iraniano: è il tempo che avrebbero deciso di darsi Teheran e la comunità internazionale, in particolare i Paesi occidentali, secondo quanto affermato ieri dalla Repubblica islamica. Per l'Iran, segnato da una crisi politica interna che dura da quasi sette mesi, si allontanerebbe così almeno di qualche settimana la minaccia di eventuali sanzioni, di cui gli Stati Uniti e diversi Paesi europei parlano insistentemente da quando, alla fine di novembre, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) ha approvato una risoluzione critica del suo programma nucleare, chiedendogli di mettere subito fine ai lavori al suo secondo impianto per l'arricchimento dell'uranio, quello di Fordo, vicino a Qom. Gli Usa, in particolare, avevano posto la fine del 2009 come scadenza entro la quale l'Iran avrebbe dovuto dare un segnale positivo di volere arrivare ad un accordo. Venderdì il ministro degli Esteri, Manuchehr Mottaki, aveva parlato di un «ultimatum» posto da Teheran alle grandi potenze per raggiungere entro un mese un accordo per la consegna dall'estero di uranio arricchito al 20 per cento da utilizzare in un suo reattore con finalità mediche. Altrimenti, aveva avvertito, l'Iran produrrà da solo questo combustibile. Ieri invece il portavoce del ministero degli Esteri, Ramin Mehman-Parast, ha precisato che questa scadenza è stata concordata con il gruppo 5+1, cioè i cinque Paesi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu (Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna) più la Germania. «Se la controparte - ha detto Mehman-Parast, citato dall'agenzia Isna - non fornirà il combustibile di cui abbiamo bisogno, lo produrremo noi. Alcuni Paesi ci hanno chiesto di aspettare ancora due mesi per vedere se può essere raggiunta un'intesa e noi abbiamo accettato. Adesso un mese è passato». Nel novembre scorso l'Iran aveva rifiutato una bozza d'accordo con Usa, Russia e Francia in base alla quale avrebbe dovuto consegnare 1.200 dei suoi 1.500 chilogrammi di uranio arricchito al 3,5 per cento per avere in cambio combustibile prodotto da uranio arricchito al 20 per cento. L'Iran ha detto invece di essere pronto a scambi successivi di piccole quantità del materiale fissile. Convinti che i recenti movimenti di piazza abbiano indebolito il regime iraniano, gli Stati Uniti stanno invece moltiplicando le pressioni per nuove sanzioni mirate contro i pasdaran, i guardiani della rivoluzione islamica.

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