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Caro Cav, l'inciucio conviene

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Berlusconi ha un'arma non segreta ma fortissima. E' l'opposizione. Divisa su tutto. L'Udc mantiene un profilo riformista e dialogante. Di Pietro e i suoi buttano benzina sul fuoco con una linea di antiberlusconismo integrale. Il Pd è a sua volta spaccato in due fazioni, i “realisti” di Bersani e D'Alema e i “pasdaran” alla Franceschini-Veltroni.   Il congresso e le primarie hanno ribadito che la stragrande maggioranza del principale partito della sinistra è con il neo-segretario ma nessuno ha spiegato all'ex sindaco di Roma e al giovane deputato di Ferrara che la loro parte è stata sconfitta. La scelta di Bersani di provare a tenere insieme l'ala “azionista” è una prova di generosità che non raccoglie gratitudine (se non dal premier, per ovvie ragioni di opportunità). I perdenti continuano a dichiarare, fare battute e a dividere il Pd. Il risultato è che fra i due litiganti, il terzo gode. Quel terzo è per l'appunto il presidente del Consiglio. Quel che avviene nelle opposizioni però non riguarda solo loro. E' la metafora di uno scontro che sta attraversando trasversalmente il Paese ed anche il centrodestra. E' il dibattito fra massimalisti e dialoganti. I massimalisti sono quelli che mettono in dubbio l'incidente di domenica scorsa a Berlusconi o che pensano che se lo sia meritato.   Sono massimalisti anche quelli che cercano i “mandanti” o che ritengono che il consenso del leader sia il valore supremo, superiore a qualunque istituzione o regola. Sono dialoganti quanti hanno espresso solidarietà sincera al premier e che continuano a sperare e invocare le riforme. Massimo D'Alema ha addirittura pronunciato un elogio dell'inciucio, inteso come compromesso positivo e trasparente fra maggioranza e opposizione. Ha avuto coraggio ed è stato, ancora una volta, l'esponente più serio a sinistra. Casini ha concordato con lui mentre i distinguo si sono levati nel Pd (..te pareva!). Chi, con grande abilità, mantiene una posizione ubiqua è il Cav. che usa il bastone e la carota alternandoli con grande dimestichezza. Tatticamente si rivela quello che è, un campione. Strategicamente però rischia di vincere un trofeo inutile.   Il dilemma che attanaglia il Pd riguarda anche lui. Berlusconi prenda una posizione netta e dica esplicitamente di apprezzare la logica dalemiana dell'inciucio e si comporti di conseguenza. Il consenso non gli manca e con ogni probabilità riuscirà anche a godere di un nuovo scudo giudiziario. Se non approfittasse di questa opportunità ora, si rivelerebbe un leader fortissimo ma dai piedi d'argilla.  

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