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Natale a tavola come evitare le truffe

Alimenti posti sotto sequestro

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Ancora qualche giorno di frenetico zigzagare nei santuari dello shopping a caccia di regali poi l'attenzione degli italiani si concentrerà sugli acquisti alimentari. In fondo che Natale sarebbe senza le tradizionali abbuffate con i parenti e gli amici? I menù sono, più o meno, quelli canonici. E dunque la cena della vigilia sarà a base di pesce e il pranzo di Natale con i tortellini in brodo, il cappone e i cardi in besciamella. Sono ore cruciali e di grande stress: ai banchi del pesce dei mercati rionali fioccano le prenotazioni e ai supermarket è già iniziato l'assalto agli scaffali dei patè, formaggi, insalate russe, dolciumi e leccornie varie ecc. Non è facile sapersi districare nella giungla dell'offerta agroalimentare. Il consiglio per tutti: nervi saldi e occhio alle etichette per essere sicuri di acquistare prodotti sicuri e di qualità. «I consumatori non devono preoccuparsi - spiega il colonnello Giuseppe Vadalà, responsabile della Divisione di sicurezza agroalimentare del Corpo Forestale - I controlli preventivi servono per innalzare il livello di sicurezza, snidare i negligenti, rassicurare i cittadini in quanto utenti e tutelare anche i produttori onesti. Nel nostro Paese il sistema dei controlli è molto elevato, gestito da quattro apparati, il ministero della Salute, quello delle Politiche agricole, quello delle Finanze, i Nas dei Carabinieri a cui si aggiungono i servizi sanitari e veterinari e il contributo delle dogane che controllano le importazioni agroalimentari. Il fenomeno della globalizzazione ha inciso, in maniera negativa, sull'integrità ambientale e sulla qualità degli alimenti. L'aumento della distanza tra i luoghi di produzione e consumo e l'aumento della tecnologia applicata alla produzione e conservazione degli alimenti richiedono più interventi mirati per garantire prodotti sicuri e di qualità al consumatore». Torniamo alle feste natalizie: quali tecniche e strategie per acquistare in tranquillità? «Non comprare a scatola chiusa, controllare sempre le etichette e le scadenze, osservare bene se ci sono prodotti etichettati più volte perché in quel caso la data di scadenza è stata riaggiornata, considerare anche il prezzo: insomma bisogna insospettirsi davanti a una bottiglia di vino (o un panettone) a un euro. È vero anche che la grande distribuzione abbatte i prezzi per invogliare i clienti. Bisogna stare attenti se certi prodotti d'eccellenza sono stati riabbassati del 50 per cento: potrebbe nascondersi una truffa» Cosa leggere sulle etichette oltre la data di scadenza? «Ad esempio sulle carni abbiamo la tracciabilità e così possiamo sapere dove sono stati allevati e macellati gli animali. Certo la rintracciabilità è una garanzia ma non risolve tutto. Se la carne acquistata non è in perfette condizioni i consumatori possono denunciarlo. Il Corpo forestale per la sicurezza alimentare ha un numero d'emergenza, il 1515, a cui si può segnalare la truffa alimentare. Così si potrà appurare se quella carne viene da quel bovino oppure no. La rintracciabilità è stata inserita un paio di mesi fa anche sulle etichette dell'olio d'oliva. Una grande conquista per i consumatori: prima d'allora si potevano miscelare olii provenienti da altri Paesi». La cena di Natale sarà a base di pesce. Come orientarsi nella scelta del menù? «Dobbiamo renderci conto che il pesce veramente fresco bisogna pagarlo ed è comunque meglio acquistarlo nei luoghi vicini a dove si pesca. In questa maniera si ottiene un prodotto migliore. Inoltre c'è il problema che cresce la domanda a livello mondiale: uno dei principali problemi dell'Occidente è la sovralimentazione e l'obesità. Dovremmo cercare di mangiare meglio e di meno. Invece si è allargata la platea dei consumatori e la qualità è scesa. Io consiglio i prodotti locali, il pesce azzurro che deve costare tra i 10, 12 euro. I polipi a 4, 5 euro è meglio lasciarli sul banco». E il caviale? «Proprio in questi giorni è stata fatta un'operazione di controllo sempre per dare serenità ai consumatori. Sono stati sequestrati sette chili di prodotto del valore di 70mila euro. Tutta la merce era priva di etichettatura Cee e delle informazioni, che sono obbligatorie, sulla tracciabilità del prodotto. Due giorni fa a Brescia sono state sequestrate 10 tonnellate di pesce che avevano scadenza 2008 ed erano state etichettate tre volte. Per quanto riguarda il caviale siamo andati anche in alcuni ristoranti famosi. In generale dove paghi tanto le cose sono abbastanza in regola» Passiamo ai dolci natalizi «Stiamo effettuando i controlli su panettoni, pandori e frutta secca per appurare se l'etichettatura è conforme alla produzione. La globalizzazione ha abbattuto i prezzi e i produttori devono produrre a prezzi concorrenziali. Quindi sui prodotti industriali non ci si può aspettare una qualità di pasticceria». E la frutta? «Prodotti di stagione: arance e mandarini. Lasciamo perdere l'esotico. Insomma lo slogan migliore resta: dieta a chilometro zero. I prodotti locali garantiscono più sicurezza e qualità. Se gli alimenti fanno milioni di chilometri è inevitabile che la tecnologia è intervenuta per garantire la conservazione. L'Italia ha 184 prodotti doc: non c'è che l'imbarazzo della scelta».

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