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I talebani promettono bare e un ritiro vergognoso

Talebani in Aghanistan

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Karzai ha accolto con distaccata soddisfazione il discorso di Obama. Il presidente dell'Afghanistan ha affidato a una nota il suo compiacimento: «La Repubblica Islamica dell'Afghanistan accoglie con soddisfazione la nuova strategia degli Stati Uniti per l'Afghanistan e spera che il rafforzamento delle truppe contribuisca a consolidare la pace, la sicurezza e a proteggere vite umane». Per i talebani la notizia del surge americano è stato preso come un nuovo impegno all'jihad. In un comunicato diffuso alle agenzie i guerriglieri con il turbante hanno annunciato che aumenteranno gli attacchi contro i soldati americani in Afghanistan «fin quando non lasceranno il nostro Paese. Si ritireranno dalla nostra terra con vergogna». I talebani promettono bare e nei forum si ironizza sul numero dei rinforzi: «Trentamila sono pochi. Obama deve inviare - si legge su un post dei jihadisti -almeno 50mila soldati. Trentamila con 10-20 martiri (kamikaze ndr) li spazziamo via». L'annuncio di un aumento delle truppe straniere in Afghanistan arriva dopo otto anni di guerra durante i quali i talebani hanno prima perso terreno ma oggi controllano 11 province su 34 e sono molto meglio organizzati rispetto al passato. I guerriglieri di seconda generazione sono più preparati: molti vengono da Paesi occidentali e hanno una preparazione tecnica di elevata qualità. Un esempio sono gli ordigni «Ied» che colpiscono i convogli Nato: bombe sofisticate assemblate da esperti in elettronica. L'intelligence della coalizione è sempre più perplessa su una vittoria sul campo. Del resto il generale Victor Yermakov, uno dei sei comandanti dell'Armata rossa sovietica che nel dicembre del 1979 invase l'Afghanistan, non fa sconti alla nuova strategia del presidente degli Stati Uniti. «Anche noi entrammo in Afghanistan con ampie forze - ricorda il 74enne generale, che fu anche vice ministro della Difesa, in un'intervista alla Cnn - Andammo lì non per conquistare l'Afghanistan, ma per prestare assistenza internazionale per stabilizzare la situazione». E invece, nell'aprile del 1989, dopo 15mila morti e l'economia in ginocchio a causa di una guerra che aveva prosciugato le casse dell'Urss, l'Armata rossa fu costretta a un'umiliante ritirata. Quello che l'Occidente vorrebbe evitare mentre i talebani esportano la loro guerra del terrore nelle città del Pakistan.

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