Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

«Le posizioni di Fini sulla cittadinanza agli immigrati come sul fine vita sono tentativi di europeizzare la destra italiana.

default_image

  • a
  • a
  • a

Aparlare non è un finiano doc tipo Adolfo Urso. No, sono le parole con cui il segretario del Pd Pier Luigi Bersani valuta le posizioni del presidente della Camera Gianfranco Fini espresse durante la presentazione del libro di Rosy Bindi Quel che è di Cesare. Fini si è più volte ritrovato, su temi come la laicità, l'immigrazione e la bioetica, sulle tesi sostenute dal presidente del Pd e dal segretario. In particolare l'ex leader di An ha spiegato che l'Aula di Montecitorio affronterà il tema della legge sulla cittadinanza anche se non si arriverà ad un testo unico. «La conferenza dei capigruppo ha deciso di calenderizzare per l'Aula la discussione sulla cittadinanza. Mi auguro che la commissione arrivi a un testo unificato ma, se non sarà così, vorrà dire che l'assemblea discuterà le diverse proposte». Sulla bioetica ha rivelato: «Mi sarei comportato come si è comportata la famiglia di Eluana. Sulla fine della vita la volontà della persona coinvolta e della famiglia deve essere meritevole del massimo rispetto delle istituzioni, è una soglia che non deve essere varcata a cuor leggero dallo Stato». Poi ha sottolineato che nel dibattito sui temi eticamente sensibili non deve spaventare «la dialettica anche aspra», ma la tendenza a slittare «nella propaganda». Fini ha anche auspicato che nella legge sul fine-vita sia dato spazio alle decisioni della famiglia del malato. «Chi è autenticamente laico - ha detto Fini - non combatte nessuno, ma semmai i pregiudizi che portano all'intolleranza». Quando si affrontano temi delicati, aveva proseguito «possono emergere diversità» e in questo contesto «una dialettica anche aspra non solo è legittima, ma anche utile». «Quello che è da condannare - ha proseguito il presidente della Camera - non è l'inevitabile dialettica, ma la tendenza ad erigere barriere ideologiche, che sono anacronistiche. È una tendenza più della propaganda che non della buona politica» che dimostra «purtroppo un provincialismo che ci impedisce di vivere i valori costituzionali della laicità». La Bindi, soddisfatta, alla fine ha commentato: «Fini ha suscitato attese, lo aspetto al varco».

Dai blog