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Camorra, arrestato consigliere di sinistra

Il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino

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NAPOLI - Diciannove arresti tra le fila del clan Sarno sono stati eseguiti dai carabinieri, ieri all'alba, a Napoli. In manette, grazie alle indagini della Dda partenopea, tutti elementi di spicco del clan di Ponticelli, periferia orientale della città. Tra loro c'è anche un consigliere comunale, Achille De Simone, 69 anni, che appoggia la maggioranza del sindaco Iervolino. Rosetta ha saputo della manette, ironia della sorte, proprio mentre si trovava in villa comunale, in compagnia del procuratore cittadino Giandomenico Lepore, per piantare gli «alberi della legalità». «È un fatto di uno squallore inenarrabile», ha commentato a caldo. Più pratico il procuratore: «Gli arresti del clan Sarno fanno il paio con il sequestro dei beni di ieri ai danni dei Casalesi e sono il segno della lotta che stiamo continuando a fare alla criminalità organizzata in maniera veramente molto attiva ed efficace. Stiamo continuando perché abbiamo molte indagini ancora in corso». A Palazzo San Giacomo, sede del Municipio, non sono certo le prime manette. La voce gira col passaparola, un deja-vù, così come lo stupore del sindaco: «Io l'ho sempre considerata una persona tranquilla, nessuno in consiglio comunale poteva aspettarselo, quindi stamattina ho provato grande dolore e grande meraviglia». E aggiunge il Comune e il consiglio «sono impegnati in un'azione antiracket molto forte. Pensare che uno dei 60 consiglieri, contemporaneamente, cercasse di distruggere quello che Tano Grasso e le associazioni cercano di fare, provoca grande dolore». L'accusa per De Simone è infatti quella di violenza privata: era in casa di Patrizia Ippolito, moglie del boss Vincenzo Sarno, collaboratore di giustizia. Fu convocata – secondo quanto rilevato dai magistrati - una persona che voleva aprire un'associazione antiracket, cui la donna intimò di riportarle i nomi dei denuncianti. Dopo l'intervento del clan il progettò si arenò. «La giunta non c'entra nulla», rimarca la Iervolino, i consiglieri comunali non hanno niente a che fare con la sua squadra. Sta di fatto che politica e camorra all'ombra del Vesuvio sono due mondi troppo vicini. L'anno scorso un altro consigliere, Marco Nonno di An, finì ai domiciliari per le sommosse di Pianura in tempo di emergenze rifiuti. Per lo stesso motivo l'assessore Giorgio Nugnes, poi suicidatosi, era stato arrestato. Arrestati, a metà dello scorso dicembre, anche i quattro assessori coinvolti nello scandalo Global Service. Ma ci sono state anche inchieste sull'uso delle auto blu, e una riguardante la videosorveglianza sembra stia per abbattersi su Comune e Provincia. Com'è che politica fa così spesso rima con illegalità? «I politici riflettono la società, sono eletti dai cittadini, ci sono cittadini esemplari che eleggono politici esemplari, e si vede che ci sono dei cittadini che fanno scelte un po' diverse», è la dura riflessione della Iervolino, che sembra condannare buona parte della città. Come quella che ha eletto Achille De Simone, personaggio dalla storia politica piuttosto dubbia. Dipendente della Regione Campania, risiede a Cercola, nel napoletano, dove è stato consigliere comunale dal 1978 al 2001 e assessore comunale in diversi periodi. Non basta: per un periodo ha fatto parte della giunta di centrodestra a Cercola e del consiglio comunale di Napoli nel centrosinistra. Nel parlamento del Municipio partenopeo è stato eletto nel 2006, con un buon successo di voti: si presentò come indipendente del Pdci, dopo qualche giorno – ricordano gli stessi ex compagni di partito – fu espulso e militò in Forza Italia, che dopo poco abbandonò per transitare in un gruppo misto a sostegno della Iervolino, nel quale è rimasto finora. Poi, le manette.

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