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Brenda è morta per un incidente

L'interno dell'abitazione di Brenda dopo l'incendio

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Soffocata dal rogo scatenato da un bastoncino d'incenso, acceso sotto il materasso nella stanza da letto. L'ultimo scenario sulla misteriosa morte di Brenda, riparte dall'ipotesi di un incidente, al vaglio degli investigatori che indagano sulla morte del viado brasiliano di 32 anni, finito nello scandalo Marrazzo, tragedia per la quale la Procura di Roma si muove per omicidio volontario. E per l'esperto del Ris, Danilo Coppe, la tesi è realistica. Il fuoco che ha ucciso Brenda sarebbe stato causato da un bastoncino d'incenso acceso sotto il materasso al piano terra dell'appartamento nella periferia nord di Roma dove viveva la trans. È l'ipotesi, ritenuta molto probabile, al vaglio degli investigatori che indagano sulla morte del viado brasiliano di 32 anni, finito nello scandalo Marrazzo, tragedia per la quale la Procura di Roma si muove per omicidio volontario. La tesi non sembra affatto strampalata. «Assolutamente no - dice l'esperto di incendi ed esplosivi Danilo Coppe - la testa dell'incenso è una piccola brace che a contatto col materasso può aver scatenato lo scenario mortale». Anche i tempi combaciano. Tutto in due ore. Sarebbe durato tanto l'inferno in via dei Due Ponti 180, al primo piano, interno 1F, dov'è la casa di Brenda. Nello scenario immaginato dall'esperto Coppe, avendo a disposizione le foto della stanza scattate da una sola prospettiva, fornendo quindi una visione assai ridotta della scena, tragedia e danni si sarebbero consumati nell'arco di due ore, compatibili con l'arrivo di Brenda a casa, alle 2,30, e quello dei vigili del fuoco, le 4,33 di venerdì notte. Di fuoco ed esplosivi Danilo Coppe se ne intende, ne ha fatto la dannazione e il piacere della sua vita. Si arrovella per decifrarne gli effetti e risalire alle cause che li hanno generati, si diverte a maneggiarli e controllarli. È presidente dell'Istituto di ricerche esplosivistiche (www.esplosivistica.it). È consulente del Ris il Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri di Parma, lavora per Esercito, polizia e Aeronautica militare. Tra i vari casi di cui si è occupato, è stato chiamato per il processo per l'esplosione a Udine, nel dicembre '98, che uccise tre poliziotti. Ed è consulente per l'associazione familiari delle vittime della strage di piazza della Loggia, che si ricelebrerà a partire dal mese prossimo. Visionando le foto del monolocale di Brenda, Coppe ha provato a stabilire come il fuoco si è generato nell'ambiente, al modo in cui si è propagato e come ha fatto a sporcarlo in quel modo. IL PUNTO D'ORIGINE - È sotto il materasso la zona più nera della stanza. «Dalle bruciature - spiega Coppe - pare si sia trattato di un fuoco silente, che non ha fatto rumore e ha impiegato del tempo per farsi largo. Verosimilmente la fonte di calore era sotto il materasso, è quella la superficie che è bruciata per prima. Non c'è stata fiamma. Si è creata una brace che lentamente ha divorato quella porzione di gommapiuma. Il nero della zona infatti è dovuto alla cenere che è caduta. Cosa può aver creato la fonte di calore va considerato in base a quello che è stato trovato. La sigaretta va esclusa. La bacchetta di un incenso è compatibile, può bruciare un materasso. Non bisogna considerare insolita una simile spiegazione: si potrebbe trattare benissimo di un incidente. Dalle foto, sotto la rete si vede una prolunga elettrica, quella piccola torre scura cerchiata di rosso. Potrebbe essere stata usata per collegarci una presa elettrica». I TEMPI DELLA TRAGEDIA - «Secondo i resti - continua l'esperto - l'ossigeno in casa è bruciato in un'ora, sostituito dall'ossido di carbonio che ha invaso l'ambiente, stroncando la vita di Brenda nello stesso lasso di tempo. Il corpo del trans a terra potrebbe essere spiegato dalle convulsioni causate dalle esalazioni». TRACCE DI ACCELERANTE - «Lo stesso materasso - spiega Coppe - può essere stato un accelerante. La gommapiuma contiene benzene, prodotto sintetico derivato dal petrolio, che sicuramente ha alimentato il processo. Il whisky non è infiammabile. Lo sono i superalcolici che raggiungono i 70 gradi, oppure i combustibili, come nafta, cherosene, benzina. Una bomboletta con prodotto spray, come si vede al lato della stanza - aggiunge - può essere usata come lanciafiamme: si mette un fiammifero o un accendino davanti l'erogatore e poi si spruzza. Il getto formerà una lingua di fuoco». LE SCIE DI FUMO - «Consumato l'ossigeno - precisa Coppe - è cominciato il fumo, e dalle scie lasciate, la durata dell'emissione dovrebbe essere stata di un'ora circa. Ha seguito un movimento curvo. Da sotto il materasso si è allargato alla parete dove è scivolato in alto, concentrandosi sull'angolo destro vicino al solaio, dove si vede una sagoma che sembra quella di un elettrodomestico, come un condizionatore d'aria. Il televisore alle spalle delle rete, a schermo piatto, ha fatto da guida del fumo, verso il piano superiore dove era Brenda. Ed è lì che si è creato l'effetto caminetto, dove si è concentrata la maggior parte di fuliggine che poi ha sporcato il cadavere. Gli oggetti rimasti "più puliti", come la mensola di legno fissata in alto, sul lato sinistro della stanza, il muro di fronte e la finestra, sono state le parti "fredde", quelle cioè dove il fumo ha perso temperatura ed è sceso. Sulla parete destra - prosegue l'esperto di incendi ed esplosivi - si nota la scatola elettrica che è stata smontata dai vigili del fuoco per accertare un eventuale corto circuito. Mentre sopra si vedono due strisce scure, con sequalcuno si fopsse pulito le dita sporche di fuliggine».  

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