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Il rovescio della tessera nel nome del business

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Come la medaglia anche la tessera del tifoso ha il suo rovescio. E, visto che si parla di calcio, il marchio stampigliato è quello del business. Ben diversa è stata l'ispirazione del questore di Firenze, Francesco Tagliente, dirigente di grande esperienza e di lodevole umanità: basti pensare che da solo, con la forza del dialogo, ha di fatto eliminato il tifo violento a Firenze. E posto le basi per la costruzione di un progetto, la tessera del tifoso per l'appunto, teso a certificare la fedeltà dell'appassionato di calcio non solo alla propria squadra, ma ai valori della civiltà sportiva. Ora, chiariamo subito, la «fidelizzazione» del tifoso non dà fastidio per motivi di schedatura: già adesso, infatti, il biglietto nominativo contiene tutti gli elementi utili per risalire a eventuali trasgressori della legge all'interno degli stadi. Per non parlare del «daspo» (divieto di accesso alle manifestazioni sportive) che tiene lontani i facinorosi già conosciuti. Il problema e un altro: più i tifosi di una squadra sono numerosi, più gli interessi che gravitano all'interno dei rispettivi bacini di utenza sono cospicui. Così, la tessera del tifoso rischia di trasformarsi in una carta di accesso a servizi, più o meno vantaggiosi, col risultato di creare un mercato parallelo privilegiato. Inevitabile che gli interessi vadano da un lato a cozzare con lo spirito primigenio dell'idea, e dall'altro, per una serie di querelle più o meno mascherate, a ritardi nella realizzazione, sotto forma di emissione. Nonostante tutto, a Firenze i passi compiuti da Tagliente sono stati straordinari: infatti, nella propria giurisdizione il questore raccoglie tre realtà di categoria diversa: dalla serie A della Fiorentina, alla cadetteria dell'Empoli (serie B) fino alla Lega Pro del Figline (la vecchia serie C). E partiamo proprio da quest'ultima squadra. Il Figline è la prima società ad aver già le tessere del tifoso, 700 in tutto. «Non abbiamo ancora lo stadio a norma - ci spiega il rappresentante legale, Claudio Rossetti, che è anche delegato alla sicurezza - e teoricamente avremnmo dovuto giocare a porte chiuse. In realtà, la nostra non è una scappatoia, bensì l'adempimento di una determinazione della nostra Lega di concerto col Ministero dell'Interno. Infatti, quando il nostro stadio avrà i requisiti per aprire ufficialmente, manterremo assolutamente in vita il sistema della tessera del tifoso che per noi non sarà mai un business, incarnando alla perfezione lo spirito originario dell'iniziativa del questore Tagliente». Iniziativa alla quale, nella prossima partita casalinga, in programma il 28 novembre, aderirà anche l'Empoli: la società è pronta a rilasciare 2.200 tessere. Diverso il discorso della Fioretnina (ne parliamo in un altro servizio su queste stesse pagine) alle prese con la definizione di una laboriosa serie di dettagli.

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