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Cosentino: «Don Diana era mio parente ed è emerso che votava per me»

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Eravamolegati da vincoli di parentela e, l'ho appreso da atti giudiziari che ho letto, era anche un mio elettore». Lo ha spiegato il sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino durante la registrazione di una puntata di Porta a Porta, il programma condotto da Bruno Vespa, facendo riferimento a Don Giuseppe Diana, ucciso dalla camorra nel 1994 per il suo impegno contro la criminalità. Una dichiarazione rilasciata da Cosentino quasi a voler allontanare da se i sospetti di essere colluso con la camorra. Poi ha continuato, esaltando i successi del governo nella lotta alla malavita: «Non c'è stato nessun governo che abbia sferrato un colpo tanto duro alla mafia e alla camorra come è stato fatto dal governo Berlusconi, del quale io sono sottosegretario. È dunque un paradosso che io venga accusato di questi reati». «La verità - ha concluso - è che faccio paura come candidato», infatti Cosentino era tra gli uomini del Pdl più accreditati per partecipare alla competizione elettorale per le presidenza della Regione Campania del prossimo marzo. Poi, un'indagine per presunti contatti con il clan dei Casalesi nell'ambito di un procedimento scaturito dalle rivelazioni di alcuni collaboratori di giustizia, ha sollevato alcune perplessità all'interno del partito, fermandone la corsa.

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