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Par condicio, perplessità sui tempi. Ma Berlusconi spinge per la modifica

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Anchese resta aperta la questione "tempi stretti". La volontà di cambiare la legge sulla par condicio c'è, e lo hanno ribadito nella riunione che si è svolta ieri pomeriggio, tra i capigruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto e Italo Bocchino con l'autore del testo formalizzato a Montecitorio Ignazio Abrignani. «Abbiamo concordato sull'opportunità di intervenire sul tema e andare avanti, ma dobbiamo riflettere sui tempi e modi per procedere», dice Bocchino alla fine della riunione. «A questo punto dobbiamo valutare se approvarla prima o dopo le elezioni Regionali, come coinvolgere gli altri gruppi di maggioranza, ed eventualmente dell'opposizione. Quanto ai contenuti dobbiamo veder bene i contorni del diritto di tribuna». Diritto che nella bozza iniziale sarebbe del 10% degli spazi, una quota che però potrebbe anche aumentare. La questione dovrebbe essere portata all'esame della prossima Conferenza dei capigruppo, non ancora convocata ma che si terrà probabilmente la prossima settimana per il calendario di novembre. Il nodo resta quello dei tempi e della difficoltà che il testo sia legge entro fine febbraio, ovvero prima dell'indizione dei comizi elettorali ad un mese dal voto, dubbio sollevato dal Presidente della Camera Gianfranco Fini. Stando a quanto raccontano da ambienti di governo il premier sarebbe però intenzionato a procedere. Obiettivo, come ha ripetuto più volte, modificare la legge prima delle regionali. Anche perché, la questione tempi può essere «facilmente superata». Il testo Abrignani infatti non prevede alcuna copertura economica (spesso elemento di stop sui provvedimenti presentati) ed è composto da soli due articoli. Di par condicio si potrebbe parlare anche nell'ufficio di presidenza di domani pomeriggio. Potrebbe essere il viceministro alla Comunicazione Paolo Romani a parlarne davanti tutto lo stato maggiore del partito. Gia.Ron.

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