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Caso Marrazzo, pressing sulle dimissioni

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Piero Marrazzo

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Solidarietà tanta, ma anche tantissima preoccupazione per la sfida di marzo quando gli abitanti del Lazio dovranno scegliere il nuovo governatore. Se finora la riconferma di Marrazzo era data per certa, ora, dopo il ricatto che ha subìto, le cose sono cambiate. Con il passare delle ore crescono le voci, alla Regione Lazio, sulle possibili dimissioni del governatore, coinvolto in un presunto tentativo di estorsione ai suoi danni. Sono ore tormentate per Marazzo, che ieri dopo il fermo dei quattro carabinieri accusati di aver chiesto soldi per non divulgare un presunto video compromettente, ha dichiarato l'intenzione di continuare il suo mandato: «Continuerò con serenità e determinazione a essere presidente», tutto è «basato su una bufala», aveva detto ieri commentando la vicenda, seppure visibilmente scosso. Ma, in attesa delle decisioni che Marrazzo prenderà, già si avanzano le ipotesi di una successione pro-tempore del suo vice, Esterino Montino. Ed è già iniziata la rosa dei nomi per la candidatura del Pd alle prossime elezioni per la presidenza del Lazio, prevista a scadenza naturale tra 155 giorni. Il nome più gettonato è quello di Enrico Gasbarra, ex vicesindaco di Veltroni ed ex presidente della Provincia. Ma si fanno anche i nomi di Veltroni stesso, di David Sassoli(europarlamentare di fresca nomina) e di Giovanna Melandri. Di candidatura parlano anche Nicola Zingaretti, Luigi Nieri e Riccardo Milana. Per il primo non ci sono dubbi: «Sono convinto che non ci saranno perplessità sulla ricandidatura di Marrazzo, perchè il presidente ha lavorato bene» e le sue affermazioni sembrano il tentativo immediato di tirarsi fuori dalla girandola di nomi che da lunedì (subito dopo l'elezione del nuovo segretario Pd) si accenderà attorno alla candidatura per le elezioni regionali. Nieri chiede tempo: "Candidatura a rischio? Vediamo, aspettiamo, prima cerchiamo bene di capire cosa è successo, poi ne parleremo. Che non è proprio una firma su una cambiale in bianco. Mentre Milana parla di Marrazzo come del »miglior candidato che il centrosinistra può esprimere alla guida della Regione". Ieri sera, il vertice con assessori e capigruppo della maggioranza si è chiuso con dichiarazioni di pieno sostegno al governatore. «Ci siamo trovati d'accordo nel ribadire il nostro sostegno a Marrazzo - ha dichiarato Montino -. È una vittima di questa storia. Non può passare inosservato che la macchinazione sia partita da quattro carabinieri. Se c'è qualcuno nel Pd o nel centrosinistra che, in questo momento, sta pensando a un piano B, sappia - ha sottolineato con rabbia Montino - che è il modo per perdere anche la Regione. Solo Marrazzo può rinunciare a ricandidarsi, ma io l'ho visto determinato ad andare avanti». A via Cristoforo Colombo si è fermi da ieri: il mandato prosegue, vige il segreto istruttorio e parla solo il legale del governatore. Ma mentre a Regina Coeli è in corso l'interrogatorio dei quattro carabinieri arrestati, le voci di possibili dimissioni aumentano e lo stesso governatore starebbe valutando, nonostante molti messaggi di solidarietà, l'ipotesi di lasciare già nelle prossime ore. Ma tutto ancora da decidere.

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