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Regionali, Fini rimette tutto in gioco

Il premier Berlusconi con il presidente della Camera Fini

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Deciso e determinato. Carta e penna alla mano, elenco dei possibili candidati davanti: alcuni hanno il suo plauso (tra loro Formigoni e Scopelliti). Altri no (un nome su tutti, Nicola Cosentino). Gianfranco Fini interviene sulla scacchiera delle Regionali, portata appositamente a Montecitorio dai tre coordinatori del Pdl. Oltre due ore di incontro negli uffici della Camera, a cui era presente, insieme a Fini e al triumvirato Pdl (Verdini, La Russa e Bondi), anche il ministro della Lega Roberto Calderoli. A riunione finita, il commento ufficiale dei tre coordinatori è stato quello di ribadire la fase del work in progress, che si sta procedendo con le consultazioni e che comunque il quadro verrà completato entro la fine del mese. In realtà l'incontro con Fini non è stata proprio una passeggiata. Anzi, per certi versi avrebbe riportato sul tavolo questioni date invece per chiuse, chiedendo trasparenza nella scelta per non rischiare di danneggiare l'immagine del Pdl. Tra le questione riportate da Fini alla ribalta c'è il caso Campania: una regione dove in pole position resta il sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino (al centro di polemiche per un suo presunto coinvolgimento in inchieste giudiziarie di camorra). Ma questa ipotesi - gradita alla base del Pdl in Campania, compreso ai tre coordinatori nazionali - non avrebbe invece il via libera del presidente della Camera. Tanto che durante l'incontro di ieri Fini avrebbe chiesto chiaramente di avere un'alternativa a Cosentino, sempre di Forza Italia, ma diversa da lui. Del resto, basta vedere le pagine del Secolo d'Italia (quotidiano di area finiana) di questi ultimi giorni, dedicate alla lotta contro la mafia, al rispetto della legalità e della giustizia, per capire che aria tira intorno intorno all'ex leader di An. E basta ricordare il suo affondo rivolto al premier e lanciato da Gubbio proprio sulle stragi di mafia («Non diamo mai adito ad alcun sospetto sulla verità relativa alle stragi degli anni Novanta»). Tutti segnali di quanto, come spiegano fonti di maggioranza a lui vicine, in questo momento il presidente della Camera stia molto attento al dialogo con una certa ala della magistratura, ponendosi da garante per la riforma della Giustizia. La Campania è legata al Lazio. Se a Napoli verrà dato il via libera a un candidato ex Fi, a Roma toccherà a un uno di area di An e in pole resta il segretario dell'Ugl Renata Polverini. Anche sulle Regioni del nord, in primis Veneto e Piemonte, l'inquilino di Montecitorio avrebbe presentato i suoi paletti. Annunciando di voler parlare personalmente con il leader del Carroccio Umberto Bossi, per tentare di trovare una mediazione. I giochi sono dunque ancora tutti aperti e la palla passerà di nuovo a Berlusconi, il quale dovrà consultare i suoi alleati, Lega in testa, per sbrogliare la matassa. «Dobbiamo completare l'istruttoria, perché dobbiamo scegliere i candidati migliori per vincere», dice Verdini, lasciando la Camera dei deputati al termine dell'incontro con Fini.   Nei prossimi giorni ci saranno altri incontri tra il triumvirato e le basi locali per raccogliere le indicazioni sui candidati, tenendo conto delle valutazioni date sia da Fini che da Berlusconi. «Le candidature del Pdl per le regionali verranno ufficializzate entro i primi di novembre», assicura La Russa dopo il consulto e precisa: «Sul Veneto non c'è niente di deciso e Galan è ancora in gioco». Partita apertissima anche in Piemonte dove la Lega continua a spingere per Roberto Cota, mentre il Pdl sponsorizza la candidatura di Guido Crosetto, sottosegretario alla Difesa, e uomo gradito dal premier.

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